Idra: megaprocesso alla TAV a Firenze

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"Per avere danneggiato con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro i seguenti corsi d'acqua [segue un elenco di 24 corsi d'acqua]. Condotte tutte più volte reiterate, così causando una grave perdita di potabilità e qualità delle acque e con una sostanziale compromissione ed alterazione della vita vegetale e animale all'interno dei corsi d'acqua, nonché una alterazione degli stessi corsi d'acqua mediante accumulo nel loro alveo e sulle sponde di limi fangosi, tali da distruggere, limitare e comunque alterare il normale sviluppo dell'ecosistema dei luoghi. Con le aggravanti di avere commesso il fatto su cose destinate a pubblico servizio e utilità, di aver agito con il concorso di più di cinque persone, di avere cagionato un danno anche patrimoniale di rilevante gravità".

"Per avere, in concorso tra loro e con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, nelle rispettive qualità indicate, danneggiato i seguenti fiumi, torrenti, fossi [segue un elenco di 17 fiumi, torrenti e fossi], le seguenti sorgenti [51 unità], i seguenti pozzi [28 unità], i seguenti acquedotti [2 unità]. In particolare per averli prosciugati o comunque disperdendone le acque limitandone le portate e pregiudicandone anche in modo irreversibile il loro utilizzo sia in relazione all'approvvigionamento idrico di acque potabili, sia in relazione ad ogni altro uso antropico, sia economico che di svago che, infine alle funzioni proprie negli ecosistemi locali e ciò in difetto di previe specifiche richieste alle autorità competenti e quindi in difetto delle relative autorizzazioni. Complessivamente per aver drenato e disperso dall'inizio dei lavori la somma complessiva di non meno di 44.933 milioni di metri cubi di acqua nel territorio della Comunità Montana del Mugello. Con l'aggravante di aver commesso il fatto su acque superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, pubbliche ai sensi della l.n. 36/94 e comunque su acque destinate per loro natura a pubblico servizio e per avere agito in più di cinque persone".

Questi alcuni passaggi relativi ai primi due capi di imputazione derivanti dai danni ambientali che hanno provocato i cantieri TAV fra Monte Morello e Firenzuola negli ultimi anni. Il processo si apre oggi nell'Aula Bunker di Via dell'Agnolo a Firenze. Risultano rinviati a giudizio esponenti di un consorzio - il CAVET - che raggruppa imprese fra le più quotate del nostro Paese (Impregilo S.p.A., CMC-Cooperativa Muratori e Cementisti, FIAT Engineering S.p.A., CRPL-Consorzio Ravennate di Produzione e Lavoro). Si tratta del consorzio al quale il general contractor FIAT ha affidato la progettazione e l'esecuzione dei lavori per la costruzione della tratta ferroviaria ad Alta Velocità fra Bologna e Firenze (una galleria ciclopica monotubo - nella quale dunque i supertreni sono destinati a incrociarsi -, e tuttavia priva per 60 km del tunnel parallelo di sicurezza!).

L'associazione di volontariato ecologista Idra - parte offesa nel procedimento per i danni ambientali causati dalla cantierizzazione TAV in Toscana - esprime gratitudine ai magistrati fiorentini per l'enorme lavoro svolto nella fase istruttoria e di individuazione dei reati.

A prescindere dal futuro esito del processo, restano tuttavia aperti alcuni interrogativi ancor più inquietanti sul ruolo svolto nella vicenda TAV dalle autorità pubbliche (Ministeri, Regione Toscana, Enti Locali): quanta attenzione hanno prestato alla qualità ambientale del progetto al momento dell'approvazione dell'opera? quale capacità di controllo hanno saputo esercitare una volta avviati i cantieri? come giustificano agli occhi del contribuente la spaventosa e perdurante lievitazione dei costi e il reiterato ritardo nella consegna? quanto risulta affidabile l'opera stessa in termini di sicurezza? quali danni ha prodotto la TAV nelle economie locali della valle del Mugello e della montagna appenninica? quali costi umani e sociali hanno comportato e comportano i contratti e le condizioni di lavoro ai quali vengono sottomesse le maestranze?

Il pessimo esempio fornito dalle conseguenze ambientali dell'Alta Velocità sull'appennino tosco-emiliano servirà ad aprire gli occhi a coloro che si ostinano a proporre anche nel delicatissimo tessuto urbano della città d'arte di Firenze un'opera così onerosa, distruttiva e invadente? Quale logica è mai in grado di giustificare ad esempio la spesa di 240 milioni di euro pubblici per una stazione faraonica alla quale arrivano due soli binari, progettata per giunta sotto l'alveo di un torrente che ha esondato meno di 12 anni fa?

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