ILO: garantire maggiori diritti ai ‘key workers’

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Foto: sol da Unsplash.com

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere la giustizia sociale e i diritti umani in questo ambito, ha diffuso l’annuale rapporto su “Occupazione mondiale e prospettive sociali 2023”. Lo studio analizza i “lavoratori chiave” (i key workers),: quelli essenziali per il funzionamento della società. Nello spiegare chi sono, l’ILO ricorda la fine di marzo del 2020, quando l’80% della popolazione mondiale viveva in nazioni dove a causa della Covid-19 era stata disposta la chiusura del posto di lavoro. In tutto il mondo i “key workers” erano quelli che “producevano, distribuivano e vendevano cibo, pulivano strade e autobus per ridurre al minimo la diffusione della pandemia, garantivano la sicurezza pubblica, trasportavano beni essenziali e dipendenti sul luogo di lavoro, curavano e guarivano i malati”.

Per l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) la Covid-19 “ha reso evidente la misura in cui le società necessitano dei lavoratori chiave (…) ma anche quanto siano sottovalutati (…) sollevando preoccupazioni sulla sostenibilità di queste attività essenziali, soprattutto data la possibilità di futuri shock”. Ecco perché nel proprio rapporto, l’ILO “chiede una rivalutazione del lavoro dei key workers per riflettere del loro contributo sociale e maggiori investimenti nei settori chiave”. Diviso in sette capitoli, nel primo lo studio dell’ILO analizza innanzitutto la figura dei “lavoratori chiave”. Li divide in otto principali gruppi occupazionali: quelli del sistema alimentare, della vendita al dettaglio, dei trasporti, del comparto sicurezza, i manovali, gli operatori sanitari, gli addetti alle pulizie e ai servizi igienico-sanitari, tecnici e impiegati...

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