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I ricordi di una cercatrice d’oro
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Foto: L. Michelini ®
I quartieri di Bamako, capitale del Mali, accolgono in continuazione sfollati provenienti dall’interno del paese dilaniato da conflitti e avversità climatiche. Per questo in molti se ne vanno, seguendo percorsi migratori verso il Mediterraneo oppure, quando l’Europa è un sogno troppo lontano, verso altri stati africani.
Come la giovane I. Diallo, emigrata in Senegal quando era ancora adolescente. Originaria di Neguela, piccola città nella regione di Koulikoro, Mali sud-occidentale, la ragazza ha solo ventun anni ma per i suoi modi di fare sicuri sembra averne molti di più. “Sono andata a scuola fino a dodici anni, dopo la morte di mio padre ho deciso di mollare gli studi e partire a Kédougou, per cercare l’oro”, racconta.
Kédougou è una regione di confine, tanto remota quanto disgraziata. La sua ubicazione è strategica, poiché la prossimità con la frontiera maliana favorisce il passaggio dell'oro di contrabbando. Per un commerciante è spesso più rischioso trasportare il minerale a Dakar anziché farlo passare illegalmente in Mali lungo piste sterrate verso Bamako.
“Mi occupavo di tirare in superficie i cestini contenenti la sabbia raccolta nelle gallerie. Poi la portavo al mulino dove le pietre venivano distrutte e i piccoli frammenti filtrati”. Quello di cui parla I. Diallo è un sito di raccolta artigianale, uno dei molti presenti tra il Mali occidentale e il Senegal orientale. “L'oro non si trova in superficie, è un metallo che odia l'aria aperta”, spiega I. Diallo “e per questo si deve scavare e raccogliere, incessantemente”.
La vita per le donne in questi siti è difficile. Vivono in condizioni di estrema precarietà e sono addette ai compiti meno retribuiti, come portare l’acqua, trasportare le pietre, lavarle, spaccarle. In generale, la salute dei cercatori e delle cercatrici d’oro è caratterizzata da un'incidenza particolarmente elevata di varie patologie: gastroenteriti, intossicazioni alimentari, malattie respiratorie, malaria, infezioni a trasmissione sessuale e avvelenamento da prodotti chimici. Per non parlare delle frequenti lesioni fisiche causate da incidenti o aggressioni.
Continua la ragazza: “Io lavoravo nella dioura (miniera in lingua malinkè) di Khossanto e se trovavamo delle scaglie gialle dovevamo consegnarle ai proprietari. A noi non rimaneva quasi nulla, quindi per racimolare qualche soldo ero costretta a nascondere le piccole pepite nei calzini o fra i capelli”.
“Una volta raccolto, venderlo non era un problema”, prosegue I.D., raccontando che nei siti di estrazione si trovano anche gli acquirenti e che un grammo d’oro lo si vende a circa 20.000 fcfa (più o meno 30 euro).
Mactar, orafo del mercato Tilène di Dakar, conferma e completa il racconto della donna, spiegando che quando un cliente gli ordina un anello, il solo oro che trova per fabbricarlo è di origine “artigianale”, poiché quello “industriale” finisce in Europa, India o Medio Oriente. “Per noi gioiellieri non è facile recuperare dell’oro da lavorare, servono i contatti giusti, bisogna conoscere la rete”, dice Mactar facendo l’occhiolino. “Nel mio paese gli orafi sono sempre più rari e i gioielli in vendita a Dakar provengono quasi tutti da Milano e Dubai”.
Dopo sette lunghi anni passati nel sito estrattivo di Khossanto, I. Diallo è tornata a vivere in Mali. Le gallerie e l’odore dei prodotti chimici rappresentano un ricordo lontano per lei, ma sono ancora molti i ragazzi che vanno a chiederle consiglio su come trovare lavoro nelle miniere artigianali.
Lucia Michelini

Sono Lucia Michelini, ecologa, residente fra l'Italia e il Senegal. Mi occupo soprattutto di cambiamenti climatici, agricoltura rigenerativa e diritti umani. Sono convinta che la via per un mondo più giusto e sano non possa che passare attraverso la tutela del nostro ambiente e la promozione della cultura. Per questo cerco di documentarmi e documentare, condividendo quanto vedo e imparo con penna e macchina fotografica. Ah sì, non mangio animali da tredici anni e questo mi ha permesso di attenuare molto il mio impatto ambientale e di risparmiare parecchie vite.