I pacifisti di Moldavia

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Foto di Maria Novella De Luca da Atlanteguerre.it

Quando la guerra è spaventosamente vicina e gli effetti del dolore che provoca arrivano in carne e ossa attraverso i confini c’è bisogno di reagire al panico. Proprio con questa motivazione è nato ‘Moldova for Peace‘, un gruppo di lavoro informale che coinvolge oltre cento volontari. Il gruppo sostiene i profughi che arrivano in Moldavia contribuendo a fornire trasporto, alloggio e a far fronte alle altre esigenze di chi arriva. I bisogni vengono raccolti, tramite la piattaforma Dopomoha, dalle autorità moldave e forniti al gruppo di volontari, che lavorano in collaborazione con la comunità imprenditoriale, le organizzazioni non governative e di beneficenza.

Con l’invasione del 24 febbraio – racconta Vitalie Sprinceana, uno dei coordinatori – abbiamo pensato che mai come in questo momento fosse importante costruire ponti, lavorare sulla solidarietà e abbattere le ostilità che si creano su entrambi i fronti. L’aggressore è la Russia ma questo non vuol dire che tutti i russi siano colpevoli. Ci definiamo pacifisti e cerchiamo di opporci alla fascinazione che la guerra porta con sé. Per noi il pacifismo non è mettersi in una posizione difensiva, ma è essere attivi. Non siamo deboli, ci consideriamo ragionevoli”.

Tra le volontarie sono presenti molte attiviste femministe e per i diritti civili, così come ricercatori universitari e sociologi. “Tutte le persone che arrivano – continua – hanno bisogno di supporto ma la nostra attenzione si rivolge principalmente a coloro che hanno maggiori difficoltà a trovare sistemazione nelle famiglie moldave. La comunità rom, ad esempio, che in Ucraina è molto presente, viene discriminata, così come le persone lgbt, dato che la Moldavia è un Paese con gravi problemi di omofobia. Aiutiamo poi la popolazione di lavoratori di stranieri e gli uomini che lasciano illegalmente l’Ucraina”...

L'articolo di Alice Pistolesi da Palanca segue su Atlanteguerre.it

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