Francia, bugie e razzismo fanno arrabbiare

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Nahel, 17 anni, di origine franco-algerina, è stato ucciso lo scorso martedì 27 giugno da un poliziotto che lo aveva fermato alla guida dell'auto. Un video mostra due agenti di polizia che tentano di fermare una mercedes gialla. C’è un breve discussione mentre l’auto rallenta ma non si ferma. Poi uno degli agenti dice “ti pianto una pallottola in testa” e punta l’arma contro il conducente attraverso il finestrino e spara. L’auto prosegue la sua marcia per pochi metri prima di schiantarsi. Nella prima versione della polizia si era detto che il veicolo aveva provato ad investire gli agenti, versione dei fatti poi smentita dalle immagini. L'omicidio è avvenuto a Nanterre, comune francese situato a nord-ovest di Parigi. La maggior parte delle banlieue, nel Paese sono 1500, è abitata dalla seconda e terza generazione di immigrati da Paesi ex colonie. La morte di Nahel ha fatto sprofondare il Paese nel caos. Da giorni le proteste vanno avanti non solo a Parigi, ma anche Lione, Tolosa, Marsiglia, Bordeaux, Amiens, Digione. Sono circa 3.200 i fermi scattati in Francia da quando sono esplose le proteste e i disordini, 200 le città coinvolte megli scontri con incendi, devastazioni, saccheggi. C’è qualcosa che continua a sfuggire di questa rivolta collettiva, qualcosa che si fa fatica a decodificare.

VITA intervista, Tommaso Vitale, professore associato di Sociologia all'Istituto di Studi politici di Parigi (Sciences Po), dove è anche direttore del master "Governing the Large Metropolis".

Professore, che sta succedendo in Francia?

La premessa è che non ne ho la minima idea, faccio lo scienziato sociale e prima di esprimere un'interpretazione bisogna fare ricerche, raccogliere i dati. Non so ancora quale sia l’interpretazione corretta, ma posso dire che certe motivazioni sicuramente non tengono.

Quali?

Alcuni sostengono che dopo le rivolte del 2005 in Francia niente sia cambiato, che nei quartieri più poveri delle città le condizioni di vita siano durissime, e questo, in qualche modo, basterebbe per spiegare la rabbia. Io trovo queste considerazioni imbarazzanti.

In che senso?

Il welfare francese è potente e redistributivo. Dal 2005 sono stati fatti molti interventi in questa direzione come il social housing o il miglioramento dei trasporti e dei luoghi...

Parliamo di un Paese dove le spese per l'assistenza alla povertà e disoccupazione raggiungono i 40 miliardi annui

Ed è per questo motivo che la spiegazione legata all’abbandono delle periferie non è opportuna, da sola non tiene...

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