FME: l'educazione di fronte all'ingiustizia sociale

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Fra i momenti di maggior richiamo del Forum Mondiale dell'Educazione a San Paolo, il 2 aprile, la conferenza sulle città educanti e le disuguaglianze sociali ha visto i contributi di Emir Sader, Sueli Carneiro e Ladislau Dowbor. Quest'ultimo, consulente ONU e economista dell'Università Pontificia di San Paolo ha tracciato coordinate molto gravi rispetto al crescente processo di urbanizzazione e all'attuale situazione di degrado della città e di espropriazione delle classi più povere rispetto alle risorse essenziali. Per Dowbor è essenziale che i processi educativi aiutino le comunità a poter affrontare in prima persona i temi chiave del proprio sviluppo: "dobbiamo pensare a concentrare meno tecnologia nei servizi finanziari e più tecnologia al servizio delle persone nelle scuole, perché i nuclei abitativi abbiano davvero il potere di incidere e assumere la responsabilità dei processi locali".

Emir Sader è membro del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale e professore di Sociologia all'Università statale di Rio de Janeiro dove coordina LPP, il laboratorio/osservatorio sulle politiche pubbliche. Per Sader le città, specialmente nei cosiddetti paesi periferici, sono attraversate da un vero e proprio conflitto di classe, reso esplicito da evidenti e crescenti diseguaglianze sociali e concentrazione di reddito. " Il quaranta per cento della classe economicamente attiva è ormai formata da lavoratori informali, ma forse il simbolo per eccellenza dell'attuale fase storica sono i centri commerciali. Lo shopping center rappresenta la privatizzazione dello spazio pubblico, la costituzione di ambienti escludenti (spesso sorvegliati da guardie e compagnie private), recinti in cui il povero non ha accesso e il cliente può respirare la globalizzazione. La democratizzazione degli spazi cittadini riguarda in particolare ipercittà come San Paolo che per il suo carattere multiculturale potrebbero divenire modelli di società più giuste e egualitarie".

Tuttavia, oggi queste ipercittà sono lontane da modelli di convivenza democratica e "San Paolo sta sperimentando un apartheid sociale e razziale", ha affermato Sueli Carneiro, direttrice dell'Instituto da Mulher Negra, esperta di Filosofia dell'educazione. "la scuola deve essere luogo privilegiato per la promozione dei diritti di chi viene discriminato, laboratorio per la sperimentazione di principi etici e di cambiamento sociale nella lotta contro la discriminazione, per rendere effettivo il principio costituzionale dell'eguaglianza".[AS]

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