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Educare le periferie, sfida che unisce vari Sud nel mondo
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“Educare le periferie, conoscere ed integrare ciò che sta alla periferia della mente, delle città e del mondo. Diverse periferie sono accomunate dal fatto che sono dimora di emozioni e sentimenti inespressi, di fatti che sono sgraditi alla mente razionale come all’ordine costituito. Molte politiche, molte correnti culturali tendono ad accentuare la separazione con il mondo periferico. Al contrario occorre promuovere l’integrazione, ossia la connessione tra ciò che è marginale e ciò che è centrale perché solo dall’integrazione deriva un reciproco arricchimento”, Cesare Moreno – storico coordinatore dei “Maestri di Strada” di Napoli così sintetizza il recente incontro nella Sala della Protomoteca del Campidoglio- Roma, dove si è svolto il seminario di riflessione per assistenti sociali, insegnanti, educatori, dirigenti pubblici sul tema “L’educazione metropolitana”.
La traccia di questo seminario è fornita dai capitoli di cui si compone il libro “La mappa e il territorio: ripensare l’educazione tra strada e scuola”, un testo in cui i Maestri di Strada hanno raccolto riflessioni attuali su come si fa educazione apprendendo dai contesti.
L’educazione metropolitana consiste nella ricerca di un senso per sé e ciò che ci sta intorno, nella complessità caotica della città globale, nell’epoca della crisi. E’ un’educazione alla resistenza umana, alla solidarietà, ai legami, al rispetto di sé quando non si riceve un’eredità da nessuno, quando la vita sociale sembra governata dall’ossessione competitiva, e quando la vita pubblica sembra dominata dall’assenza di dignità.
Due pilastri dell’educazione metropolitana sono la pedagia errante e le alleanze educative.
Cesare Moreno spiega che”Pedagogia errante significa apprendere dai contesti, apprendere nelle transizioni, apprendere camminando. Nella complessità del mondo e delle metropoli non è possibile formare le nuove generazioni partendo da un paradigma pedagogico monolitico: si lavora per frammenti, si raccolgono per strada reperti per costruire una personale conoscenza del mondo. I buoni educatori devono imparare questa pedagogia errante che consiste nel raccogliere le risorse strada facendo e nel trasformarle insieme ai giovani interlocutori lungo il percorso.
Per crescere è necessaria una città intera. Per crescere un bambino ci vuole un villaggio intero: è vero dalla notte dei tempi e forse il villaggio è nato per poter crescere i bambini. Questa idea si è largamente persa, pochi pensano e praticano un’educazione che sia alleanza tra il giovane, la famiglia e i diversi professionisti che si occupano di formazione. In molte pratiche educative è incorporata un’immanente tendenza alla ‘correzione’ alla ‘prevenzione’ del male che fa apparire l’educazione quasi come una galera preventiva. L’alleanza educativa significa che diverse figure cooperano per sviluppare al massimo grado le potenzialità della giovane persona senza doversi preoccupare di tenerlo a freno: l’educazione o è una pratica di libertà o non è”.
Ragionare sull’educazione metropolitana non è assolutamente astratto pensando al fenomeno ormai globale dei “baby killer” della camorra.
Domenica 5 dicembre si è svolta la Marcia dei parroci di periferia di Napoli.
Dalle colonne dell’Avvenire, il parroco napoletano Maurizio Patriciello ha denunciato che “Napoli ha un bisogno urgente di estirpare la malapianta della camorra dalle strade, dai vicoli, dai quartieri. Napoli deve impedire alla serpe – da tutti detestata ma da pochi realmente combattuta – di continuare a fare proseliti e vittime innocenti e no. Occorre prosciugare il fiume carsico in cui si abbevera. Occorre impedire ai ragazzini di prendere a modello il camorrista. E per farlo c’è bisogno di tutti. Chiesa, scuola, mondo del volontariato, associazioni varie, magistratura ci sono. Ma da sole non potranno mai risolvere il problema. Manca l’elemento più importante, senza il quale continueremo a parlare a vuoto. Occorre poter contare su una politica buona, intelligente, che abbia a cuore la città. Che riconosca che prima di chiedere ai cittadini di fare il proprio dovere occorre che vengano loro assicurati i diritti. E a tante famiglie è stato negato il diritto fondamentale recepito dalla nostra Costituzione: quello al lavoro. La mancanza cronica di lavoro è l’anello mancante nella lotta alla malavita organizzata. Senza il quale si rischia di non cogliere il bersaglio”.
Risale a poche settimane fa, la pubblicazione allarmante dei dati sulla dispersione scolastica raccolti da Save the children nel 6° Atlante dell’Infanzia.
Migliaia di minori pagano un prezzo altissimo all’illegalità e corruzione che pervade i territori in cui vivono: almeno 85 i bambini e adolescenti incolpevoli uccisi dalle mafie dal 1896 ad oggi - come racconta la prima mappa realizzata in base ai dati forniti dall’associazione Libera - e molti di più coloro che hanno assistito all’uccisione di familiari, ritrovatisi orfani o adescati e arruolati giovanissimi nelle file della criminalità organizzata. 546.000 gli under 18 – il 5,4% della popolazione 0-17 anni – nati e cresciuti in uno dei 153 comuni sciolti per mafia negli ultimi 17 anni (mappa dei Minori senza Consigli e Nascere nella Locride), soprattutto al Sud ma anche al Centro e Nord Italia.
Il Deputato Davide Mattiello (Partito Democratico) ha diffuso un comunicato sul significato dei diritto alla città includente sottolineando che “Oggi 10 dicembre 2015, in occasione del 67* anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, riportiamo al centro le periferie rompendo i muri dell’esclusione, investendo nell’educazione di strada a Napoli come a Bogotà e a livello mondiale”.
Ho personalmente incontrato Mattiello, esponente della Commissione Antimafia, per la presentazione a Roma del mio nuovo libro “Emancipaciones de Calle” (Mediafactory Editore , 2015). Il Deputato Mattiello ha aggiunto che “servono politiche pubbliche globali che riconoscano le buone pratiche della società civile nella lotta alle mafie e contro le povertà, costruendo un nuovo paradigma pedagogico e sociale che abbia al centro la promozione della cittadinanza attiva dei bambini, adolescenti e giovani dei settori popolari, che abbia al centro lo sviluppo umano e la dignita’ delle persone e di tutto il loro potenziale di creazione e di libertà, piuttosto che la sola preoccupazione di contenere devianze e degrado”.
Il Deputato Davide Mattiello ha diffuso un messaggio-video in appoggio alla lettera aperta all’Onu dei 74 esperti a livello internazionale sul tema dei bambini e giovani in situazione di strada e lavoratori di cui avevamo già dato notizia su Unimondo.
Cristiano Morsolin è esperto di diritti umani in America Latina, autore di vari libri. Analizza nel suo Blog il legame tra diritti umani, movimenti sociali, politiche emancipatorie.