Dossier/ Salute globale: buone e cattive nuove

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Racchiude buone e cattive novità per la salute globale il rapporto statistico dell’Oms presentato durante la settantacinquesima assemblea mondiale della sanità che si è svolta a Ginevra dal 22 al 28 maggio 2022. L’edizione 2022 del rapporto statistico esamina più di 50 indicatori relativi alla salute con particolare attenzione all’impatto del Covid-19.  Le informazioni presentate si basano sui dati disponibili dal monitoraggio globale fino alla fine di aprile 2022. 

Cresce l'aspettativa di vita ma anche la disuguaglianza

L’aspettativa di vita globale è passata dai 66,8 anni nel 2000 ai 73,3 anni nel 2019, mentre la speranza di vita in buona salute è aumentata da 58,3 anni a 63,7 anni. In generale le donne vivono circa 5 anni in più rispetto agli uomini. Calato, negli ultimi 20 anni, anche il tasso globale di mortalità materna e quello dei bambini sotto i cinque anni, in calo di quasi il 40%. Per l’Oms è però probabile che la pandemia abbia un effetto negativo sia sull’aspettativa di vita, anche a causa del numero crescente di decessi per tubercolosi e malaria avvenuto tra il 2019 e il 2020 a causa delle interruzioni di alcuni servizi sanitari. Restano però estreme disuguaglianze sanitarie che continuano a mietere vittime nei paesi più poveri e nelle fasce più deboli anche nei paesi ad alto reddito.

Covid-19 ancora una minaccia globale

Il Covid-19, secondo l’Oms, continua a essere una minaccia globale per la salute a distanza di oltre due anni. Al 20 aprile 2022 l’organizzazione segnala 50,4milioni di casi confermati e 6,2milioni di decessi direttamente attribuibili al Covid-19. America e Europa hanno rappresentato quasi il 72% di tutti i casi segnalati, anche se molti paesi hanno dimostrato di avere una capacità di tracciamento limitata o inesistente. Per questo secondo l’organizzazione il numero globale di casi e decessi è sottostimato.

Il Covid-19 ha colpito in modo sproporzionato le popolazioni vulnerabili, economicamente svantaggiate, anziani e persone con salute già compromessa e non vaccinati. Anche la distribuzione dei vaccini è stata ed è iniqua. Al 25 aprile 2022 era vaccinato il 74% delle persone nei paesi ad alto reddito, mentre erano il 51% nei paesi a reddito medio-basso e solo il 12% negli stati a basso reddito.

Da Atlanteguerre.it

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