Dossier/ La crisi del gas divora il pianeta

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E’ una corsa che pare non avere fine. Il prezzo del gas continua a salire, diventando insostenibile per famiglie e imprese in tutto il Mondo. Lo scorso 26 agosto 2022, il metano ad Amsterdam, mercato di riferimento per l’Europa, ha toccato il nuovo massimo storico a 339 euro al Megawattora, poi ha ripiegato di qualche punto su quota 337.

Significa 7 volte più di un anno prima. Perché? Perché il prezzo cresce così? Gli esperti dicono che le cause sono molte e solo parzialmente imputabili alla nuova fase della guerra in Ucraina e all’atteggiamento ricattatorio di Putin nei confronti dell’Europa e degli altri avversari internazionali. Il prezzo del gas aveva già raggiunto picchi notevoli già nel dicembre del 2021, quindi due mesi prima dell’invasione: 292 euro al MWh (megawatt – ora). La realtà è che buona parte del problema altro non è che il “trascinamento” della pandemia. Quindi, le cause dell’aumento dei prezzi sono molte. La sfortuna è che si sono sommate fra loro. 

Tutto comincia con la pandemia

A esempio: la fine dell’allarme pandemia e la ripresa delle attività produttive a livello planetario, ha portato da una forte richiesta di gas naturale. L’inverno di crisi aveva di fatto svuotato le scorte e, a fronte di questo, c’è stata una significativa riduzione dell’offerta sui mercati internazionali. Perché? Per problemi legati proprio alla crisi pandemica, che ha costretto a rimandare la manutenzione degli impianti, ha ridotto i possibili investimenti, ha generato una strozzatura nei trasporti via mare.

Mentre tutto questo accadeva rapidamente, la Cina usciva dal torpore da COVID-19 e aumentava la richiesta di fornitura per i propri impianti, cercando nuovi fornitori, dati i problemi di politica internazionale nati, recentemente, con Australia e Stati Uniti. Lo stesso vale per l’India, altro gigante industriale che dopo la pandemia ha avuto un’impennata nella richiesta di risorse. Intanto, si registrava anche una minor produzione di gas naturale da parte di Russia e Norvegia. A questo si aggiunge, lo sostengono diversi analisti tra cui Greg Molnar dell’Agenzia internazionale dell’energia, il caldo eccezionale di questa estate. Il consumo di energia elettrica è schizzato alle stelle, grazie all’uso dei condizionatori per raffreddare case e uffici. Infine, c’è stata la guerra, con la Russia che ha giocato con l’apertura e la chiusura dei rubinetti dei vari gasdotti che riforniscono l’Europa...

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