Donne: 8 marzo giornata della donna

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8 marzo giornata della donna. Dalla sua prima celebrazione nel lontano 1908, tante battaglie si continuano a combattere per ottenere la piena uguaglianza sul piano della dignità e dei diritti. Il Fondo delle Nazioni Unite per lo Sviluppo delle Donne (Unifem) riconoscendo il potere della voce delle donne ricorda la lotta delle africane che si sono impegnate per l'approvazione del Protocollo sui Diritti delle donne nella Carta africana dei diritti umani dei Popoli. Oggi la Commissione dell'Unione Africana ha perciò una componente femminile pari al 50% e in Rwanda le donne occupano il 48,8% degli scanni parlamentari rappresentando uno tra i Paesi nel mondo con la maggior presenza femminile in Parlamento. L'Italia è invece l'ultimo Paese europeo per quanto riguarda la presenza delle donne nelle istituzioni politiche.

Unifem ricorda anche che le donne in questi ultimi vent'anni hanno sollevato in molti Paesi il problema della violenza di cui sono vittime. Almeno 45 nazioni hanno oggi una specifica legislazione contro la violenza domestica e altre hanno emanato disposizioni penali per castigare le aggressioni. Rimane tuttavia molto rilevante il problema della violenza domestica, riconosciuta dal Consiglio d'Europa come principale causa di morte e di invalidità per le donne di età compresa tra i 16 e i 44 anni, più di cancro e incidenti automobilistici. In Italia, secondo il rapporto Istat del 1999 sulla sicurezza dei cittadini, sono 714mila, pari al quattro per cento, le donne tra i 14 e i 59 anni che hanno dichiarato di aver subito uno stupro o un tentativo di stupro nel corso della loro vita. Importante quindi la sensibilizzazione proposta dalla campagna ''Mai più violenza sulle donne'' lanciata da Amnesty International.

In Guatemala 291 donne sono state massacrate nel 2003. L'agenzia Misna riporta notizia che in questo 8 marzo le organizzazioni femminili di Escuintla, 50 chilometri a sud di Città del Guatemala, marceranno partendo dalla sede della segreteria per i diritti umani per riunirsi di fronte alla sede del governo dipartimentale. Le promotrici consegneranno al governatore un documento con una lista di richieste per sollecitare indagini esaustive sugli assassinii.

Se la vita o la morte di milioni di donne nel mondo dipende quindi da una decisione politica, Aidos (Associazione italiana donne per lo sviluppo) con il co-finanziamento della Commissione europea ha lanciato la campagna "Donne. Vite da salvare" che ha l'obiettivo di richiamare l'attenzione politica sulle scelte che possono essere fatte - qui e ora - per contribuire a salvare una, dieci, cento, migliaia di donne. I dati colpiscono: le donne sono il 63% degli analfabeti nel mondo, ogni anno 2 milioni di donne vengono infettate dal virus HIV e 2.6 milioni di donne muoiono di AIDS. Ogni anno 2 milioni di bambine vengono costrette a prostituirsi, 585.000 donne muoiono per cause legate alla gravidanza e al parto, 60 milioni di donne mancano dalle statistiche a causa degli aborti selettivi, 130 milioni di donne nel mondo hanno subito mutilazioni dei genitali, i 2/3 dei 40 milioni di rifugiati nel mondo sono donne e bambini. L'immensa tragedia che colpisce le donne del mondo ogni anno non è però un'imprevedibile catastrofe naturale, ma un destino che si può cambiare. [RB]

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