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Curdi e turchi per il dialogo
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Un appello internazionale firmato anche da alcuni deputati europei rilancia il dialogo come iniziativa democratica nella ricerca di una soluzione giusta e pacifica tra il popolo curdo e turco. E' possibile firmalo mandando una email di adesione a [email protected], cercando di farlo girare il più possibile e affinché emerga forte tutto il nostro appoggio all'idea che, come ha ribadito Leyla Zana in visita al Parlamento Europeo dopo la sua liberazione: "la strada per la pace è il disarmo, la libertà di pensiero e di associazione e l'eliminazione di tutte le disparità regionali".
"SOLO IL DIALOGO PORTA ALLA PACE"
Sono decenni che in Turchia il raggiungimento di una pace civile incontra degli ostacoli, in particolare, il riconoscimento del popolo curdo sia sul piano politico che su quello culturale.
Non c'é nulla di questa questione che non possa essere affrontata, discussa e risolta, e risultare contraddittoria con lo sviluppo della Turchia, la sua modernizzazione ed il suo pieno riconoscimento sulla scena europea e internazionale.
Alcuni primi passi, non di poco conto, erano stati fatti con i cambiamenti costituzionali adottati nell'Agosto 2003 e, piu' di recente, con la liberazione di Leyla Zana e degli altri tre parlamentari Curdi imprigionati per molti anni.
Questo processo deve continuare e rafforzarsi, aprendosi di più al dialogo con le legittime componenti politiche curde, e cercare assieme ad esse le condizioni per la normalizzazione dei rapporti tra il popolo curdo e quello turco.
I Turchi ed i Curdi cono cittadini della medesima nazione e devono costruire, nel riconoscimento reciproco, la Turchia del XXI secolo. Insieme, ed il prima possibile, devono dimostrarsi in grado di unirsi a quei popoli che sono impegnati nella costruzione dell'Europa.
Questo implica che vengano dati segnali forti dalle più alte autorità dello Stato Turco per favorire il dialogo ed un reale processo di pace. L'amnistia di tutti i prigionieri politici, i combattenti ed i civili che si sono opposti alle politiche di non riconoscimento della loro identità, é il passo preliminare per la riconciliazione nazionale.
La ripresa del conflitto armato impedisce ogni passo in avanti. Da parte sua il popolo curdo, abbandonando la lotta armata, deve trovare spazio nel contesto di una soluzione politica e pacifica per il superamento dei loro problemi.
Siamo convinti che il dialogo e l'azione democratica permetterà ai Turchi ed ai Curdi di arrivare a quella pace a cui tutti loro aspirano.
Tutti i firmatari di questo appello sono pronti a contribuire, qualunque sia la forma, nella riuscita di questa soluzione politica e pacifica e sono a disposizione ed al servizio delle parti.
(Traduzione dall'inglese di Giulia Franchi)
DUTTO, Jo㫀l (Conseiller Général, Délégué aux Interventions Humanitaires - France); GAILLOT, Jacques (Ev㪀que de Parteniat - France); BOVE, José (Syndicaliste Confédération Paysanne - France); BORVO, Nicole (Sénatrice - France); LEFORT, Jean-Claude (Député - France); CIRERA, Daniel (Responsable relations internationales Du PCF - France); SALMON, Sabine (Présidente de Femmes Solidaires - France); GRANJON, Bernard (Président d'honneur de Médecins du Monde - France); BENNAHMIAS, Jean-Luc (Député Européen, France); DUTOIT, Frédéric (Député - France); VINCI, Luigi (Ex-député européen - Italie); FORST, Michel (Secrétaire Général CIMADE - France); BRED, Fran㧀ois (Député - France); SIDIKI (Président FIDH - Sénégal); MORGANTINI, Luisa (Députée européenne - Italie); CHOMSKY, Noam (Philosophe, Linguiste - Etats-Unis)