Crimini di guerra nel Myanmar

Stampa

L’ultimo rapporto sul Myanmar di Amnesty International – “Pallottole piovute dal cielo: Crimini di guerra e sfollamento nell’Est del Myanmar” – è un’indagine condotta da AI nei due Stati Kayin e Kayah nell’area orientale birmana al confine con la Thailandia, dove l’esercito (Tatmadaw) che risponde alla giunta golpista ha “sottoposto i civili Karen e Karenni a punizioni collettive attraverso diffusi attacchi aerei e terrestri, detenzioni arbitrarie che spesso sfociano in torture o esecuzioni extragiudiziali e il sistematico saccheggio e incendio di villaggi”. Secondo AI, che ha parlato con un centinaio di testimoni e visitato la zona del confine, negli ultimi mesi Tatmadaw “ha commesso sistematicamente atrocità diffuse, tra cui l’uccisione illegale, la detenzione arbitraria e lo sfollamento forzato di civili”. L’azione dei militari è passibile dell’accusa di “crimini di guerra e probabili crimini contro l’umanità”. Sono attualmente oltre 150mila gli sfollati in questi due soli Stati “con interi villaggi svuotati e dati alle fiamme”.

Da quando il 1 febbraio del 2021 il golpe militare  ha rovesciato il governo di Aung San Suu Kyi, la de facto premier, dopo che le elezioni le avevano garantito una ancora più solida maggioranza parlamentare,si è riaccesa  la guerra in tutto il Paese dove, oltre all’esercito “regolare”, ci sono decine di formazioni militari autonomiste della periferia da sempre in lotta col governo centrale. Una guerra che, dal golpe, si è nutrita del reclutamento volontario di migliaia di giovani birmani sia nelle file delle autonomie armate sia nei gruppi di autodifesa organizzati dal governo ombra clandestino (Nug). Secondo il sito Assistance Association for Political Prisoners a oggi si registrano 1.878 persone uccise dalla giunta e quasi 14mila arresti. La violenza è dunque diffusa a macchia d’olio, sia con veri e propri operativi militari (gli eserciti autonomisti hanno anche armi pesanti) sia con piccole scaramucce, attentati, omicidi mirati di collaboratori del regime. La repressione è pertanto durissima ovunque ma il rapporto di Amnesty si occupa in particolare di due Stati che stanno vedendo una continua emorragia perché la gente cerca difesa in Thailandia.

La violenza negli Stati di Kayin e Kayah si è riaccesa dopo il golpe ma si è intensificata dal dicembre 2021 al marzo 2022, uccidendo centinaia di civili e sfollandone decine di migliaia e “i civili continuano a pagare un prezzo elevato” con “continui omicidi, saccheggi e incendi...

Segue su Atlanteguerre.it

Ultime notizie

La Sicilia ha sete

18 Settembre 2025
La Sicilia ha sete, e non da poco tempo. (Rita Cantalino)

L’inizio dell’offensiva terrestre israeliana e l’esodo di massa da Gaza City

17 Settembre 2025
Israele conferma che l’offensiva ha provocato un esodo senza precedenti. (Giacomo Cioni)

Dossier/ Materie prime critiche (4)

17 Settembre 2025
Oltre a quelli ambientali, l’estrazione di minerali critici comporta una serie di impatti diretti sulla vita di diversi gruppi vulnerabili. (Rita Cantalino)

Il blocco del porto di Trieste

16 Settembre 2025
Il blocco del porto di Trieste contro le armi per Israele e per l’applicazione del Trattato di pace. La mobilitazione di USB. (Laura Tussi)

L’E-Mobility in stallo?

15 Settembre 2025
La mobilità elettrica potrebbe scaricarsi: colpa di costi, filiere e infrastrutture. (Alessandro Graziadei)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad