www.unimondo.org/Notizie/Cpt-manette-a-Lecce-lettera-per-Gradisca-d-Isonzo-58392
Cpt: manette a Lecce, lettera per Gradisca d'Isonzo
Notizie
Stampa
A Verona è stato arrestato Don Cesare Lodeserto, il sacerdote direttore del Centro di permanenza temporanea di immigirati di Lecce, su ordine della procura del capoluogo salentino. Il Cpt era finito sotto i riflettori per numerosi tentativi di fuga degli immigrati, alcuni dei quali riusciti, ed era stato oggetto di controlli e perquisizioni da parte degli uomini dell'arma. I reati a lui contestati sono abuso dei mezzi di correzione e disciplina e sequestro di persona. Lodeserto, secondo la Procura, usando violenza e minacce, avrebbe costretto altri a commettere reati. Infine la quarta accusa e' di calunnia e riguarda un'altro filone di indagine.
Lo scorso 13 ottobre si era aperto il processo per i fatti del Regina Pacis con accuse di percosse e violenze ai danni di 17 maghrebini "ospiti" del CPT salentino e abuso di mezzi di correzione. Il tribunale ha accolto la costituzione di parte civile di tutti i ragazzi magrebini che avrebbero subito le violenze, nonchè dell'ASGI (Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione). Da sottolineare che più volte si sono levate voci dall'interno del mondo cattolico, dal movimento, dall'associazionismo, dai partiti di sinistra che chiedevano la fine di quella aberrazione giuridica che sono i Cpt e la chiusura del "Regina Pacis".
E un nuovo Cpt sta nascendo a Gradisca d'Isonzo in Friuli Venezia Giulia. L'ex caserma Polonio si appresta a diventare il più grande "lager" per immigrati con 254 posti letto e ogni camerata ha una vera e propria gabbia, collegata alle altre gabbie tramite un camminamento che prevede anche una rete superiore. Nell'area, a cui si accede dopo aver varcato due cancelli, un muro di 8 metri, una cancellata interna che recinta le strutture, metal detector e sale di perquisizione, c'è praticamente tutto quello che serve a garantire una detenzione senza via di fuga, comprese torrette di avvistamento, stabili per le forze dell'ordine, armeria, deposito lacrimogeni.
Per contrastare la costruzione di questo Cpt era stata indetta dal coordinamento di gruppi e associazioni antirazziste della regione la manifestazione dello scorso 26 febbraio. A partecipare c'era un pubblico eterogeneo tra amministratori locali ad alcuni sacerdoti, dai disobbedienti a famiglie con i bimbi nel passeggino.
Ma uno schiocca strategia di scontro condotta dai dissubidienti capitanati da Luca Casarini ha iniziati un lancio di razzi e sassi sulla testa dei poliziotti fino a subire una carica che ha poi disperso il corteo. " Nessuno più ha parlato, anche se mi pareva ci fosse attesa per capire le posizione dell'assessore regionale o il sindaco di Gradisca in merito alle ventilate e speranzose possibilità di un sequestro del cantiere" commenta Silvia Marcuz del sito Giovani e Missione.
Nei giorni scorsi è stata presentata un'interrogazione parlamentare da Luana Zanella che si rivolge al governo per chiedere se corrispondono al vero le notizie relative alla spesa molto consistente che sarebbe già stata effettuata, e al fatto che non sono state seguite le procedure indispensabili per realizzare un progetto come quello del Cpt previsto nel comune di Gradisca. "Non sono state rispettate le procedure, che gli enti locali, il comune, la provincia e la regione non hanno dato il parere favorevole all'insediamento di questa struttura, se la commissione e il comitato tecnico che doveva valutare il progetto non è stato integrato della componente della regione a statuto speciale Friuli Venezia Giulia come prevede la normativa" commenta la Zanella.
E al Cpt di Gradisca d'Isonzo si rifà anche la lettera aperta alle istituzioni alle comunità cristiane e alla società civile organizzata che la Commissione Giustizia e Pace dei Missionari Comboniani rilancia in occasione della Via Crucis Pordenone Aviano in memoria di Mons. Romero che si tiene domenica 13 marzo. "Perché l'aspetto del CPT di Gradisca debba rimanere nascosto ai cittadini, ulteriore segno della violenza militare che prende possesso del nostro territorio. Camminiamo sulla strada della croce per dire con forza che non vogliamo più vedere questa terra essere ferita da fili spinati e da muri. Camminiamo e denunciamo anche il nuovo e alto muro costruito in Friuli Venezia Giulia, a Gradisca d'Isonzo. Un muro nato per nascondere il Centro di Permanenza Temporanea (CPT) e l'incapacità di pensare politiche di accoglienza verso i crocefissi che giungono sulle nostre soglie". Da segnalare che tra i primi firmatari ci sono tra gli altri anche padre Alex Zanotelli, don Albino Bizzotto, don Alessandro Santoro e i due padri di Caserta che si sono in passato incatenati che sono Franco Nascimbene, p. Giorgio Poletti.
Altre fonti: Tribùribelli, Giovani e Missione