Costa d'Avorio: attacco anche alla stampa

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Non accenna a placarsi la crisi in Costa d'Avorio, paese travagliato dalla guerra civile e diviso dagli anni '90 tra il sud sotto il controllo governativo e il nord in mano ai ribelli delle Forze Nuove (FN). L'esercito ivoriano del presidente Gbagbo da due giorni sta bombardando le roccaforti dei ribelli al nord e al centro del paese. Dopo tre raid aerei condotti nei giorni scorsi sulle città settentrionali di Korhogo e Bouaké (seconda città ivoriana), le operazioni sono riprese ieri sulle città di Bonguera e Baoulifla.

Ed in seguito ai bombardamenti compiuti ieri dall'aviazione governativa contro alcune postazioni ribelli a Bouaké e Korhogo, le Nazioni Unite hanno sospeso tutte le operazioni umanitarie in corso in Costa d'Avorio. L'Unione Africana (Ua) dovrebbe tenere oggi in Nigeria una riunione d'emergenza dedicata alla ripresa delle ostilità in Costa d'Avorio. Lo riferiscono fonti dell'Ua, precisando che sia il presidente dell'Ua, il capo di Stato nigeriano Olusegun Obasanjo, sia il presidente della Commissione africana, il maliano Alpha Oumar Konaré, si sono detti molto preoccupati per la ripresa delle ostilità tra governo e ribelli - comunica l'agenzia Misna.

Anche Medici Senza Frontiere esprime la sua preoccupazione per le conseguenze che l'offensiva governativa contro la città di Bouké (controllata dai ribelli delle Forze Nuove) sta avendo sui civili. Nella sola giornata di giovedì 4 novembre, 39 persone sono state ricoverate d'urgenza nell'ospedale di Bouaké dove Msf è presente con un team medico-chirurgico. Msf rivolge un appello alle parti in conflitto affinché venga rispettato il Diritto Umanitario Internazionale, in particolare l'obbligo di proteggere i civili e il rispetto delle strutture sanitarie. A Bouakè sembra essere tornata la calma, anche se i negozi restano chiusi e le forze dei ribelli avrebbero allestito barricate e posti di blocco per tutta la città in previsione di un attacco di terra. Sarebbero state approntate anche difese anti-aeree, mentre sia le FN che l'esercito avrebbero cominciato ad ammassare i propri uomini lungo la zona cuscinetto che divide in due il paese.

Intanto Reporter senza Frontiere si dichiara "indignata" per l'ondata di repressione che si è abbattuta, giovedì 4 novembre, sulla stampa di opposizione in Costa d'Avorio, quando il clima politico e militare tra le forze governative e gli ex-ribelli si è ulteriormente deteriorato. Nel pomeriggio del 4 novembre ad Abidjan, le redazioni dei quotidiani 24 Heures e Le Patriote, una testata vicina al RDR, il partito repubblicano guidato dall'oppositore Alassane Ouattara, sono stati saccheggiati e poi incendiati da alcuni gruppi di "Giovani Patrioti" (pro-governativi). Tutto il materiale presente nella redazione del Nouveau Réveil, il quotidiano vicino al PDCI-RDA dell'ex-presidente Henri Konan Bédié, è stato distrutto da un gruppo composto da almeno 200 civili armati di spranghe e manganelli, che sfoggiavano T-shirt del gruppo più " estremista " del FPI, il partito del presidente Laurent Gbagbo. Una fonte militare ha dichiarato all'Agence France-Presse (AFP) di Abidjan, che alle testate vicine agli ex-ribelli e all'opposizione era stata interdetta la distribuzione delle loro pubblicazioni nelle zone controllate dal governo. "Queste misure contro i giornali vicini ai ribelli, sono state prese per facilitare le operazioni in corso nel territorio", ha spiegato la fonte militare. I quotidiani in questione sono Le Patriote, Le Libéral, Le Front, Le Nouveau Réveil, Jour Plus e 24 Heures, accusati di fare "l'apologia della ribellione".

"Questo giovedì nero per la libertà di espressione in Costa d'Avorio è un'operazione che ha avuto l'obiettivo di ridurre al silenzio le voci dissidenti ad Abidjan ", ha dichiarato Reporter senza Frontiere sottolineando che "le autorità ivoriane devono capire che questi raid politico-militari ad opera di milizie fedeli e sostenute dalle forze armate, sono illegali e intollerabili per un governo che pretende di dichiararsi democratico". "In questo contesto di violenza politica, dove i media sono considerati al pari di obiettivi militari, esortiamo gli Stati e le organizzazioni influenti nel Paese, a esercitare tutta la loro autorità per fare cessare questa ondata repressiva in Costa d'Avorio. Noi confidiamo che l'ONU, garante degli accordi di Accra, interverrà energicamente, poiché imbavagliare la stampa di opposizione è notoriomente sempre un segnale anticipatore di gravi violenze ", ha aggiunto Reporter senza Frontiere.

Nella notte tra il 3 e il 4 novembre, la diffusione di Radio France Internationale (RFI), di BBC Radio e di Africa N°1 sono state interrotte sulla frequenza in FM, dopo il sabotaggio delle installazioni tecniche comuni da parte di un commando. Il 27 ottobre, Reporter senza Frontiere aveva denunciato una campagna di censura, intimidazione e distruzione contro alcune testate d'opposizione in Costa d'Avorio, in seguito ad alcune testimonianze concordanti che segnalavano aggressioni nelle strade di Abidjan contro i venditori ambulanti di giornali. [AT]

Altre fonti: War News

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