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Colombia: il dramma della comunità Yukpa (5)
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Foto: Alice Pistolesi ®
In baracche costruite con legno e teli di plastica, lungo il fiume che divide Colombia e Venezuela, vive una parte della comunità Yukpa, una popolazione indigena proveniente dalle montagne venezuelane di Sierra de Perijá, nel Nord del Paese. Con l’inizio dell’ondata migratoria anche una parte di questa comunità indigena ha deciso di attraversare la frontiera con l’idea di migliorare le proprie condizioni di vita.
Ma così non è andata. La comunità si è organizzata in due accampamenti, suddivisi da una linea niente più che immaginaria. In tutto nell’area si contano 175 nuclei familiari e il campo è in continua espansione. Ogni settore si è dato un’organizzazione precisa: c’è il cacique (il portavoce), il presidente, un segretario. Del contabile, ci fanno notare, non c’è bisogno perché denaro da amministrare praticamente non c’è. “Nella montagna – racconta il cacique dell’accampamento 2 – vivevamo mangiando yucca, banane e andavamo in città per procurarci il riso. Con la crisi del Venezuela non è più possibile e per questo siamo arrivati in Colombia. Per noi la frontiera non esiste, siamo un popolo che si è sempre spostato a seconda delle necessità”.
In Colombia non hanno però trovato una vita migliore. “Sostanzialmente qui ci dedichiamo a cercare nella spazzatura. Riusciamo a mangiare una volta al giorno e ci dividiamo il cibo in maniera equa tra le varie famiglie”. La comunità si è stabilita in un punto abbastanza strategico per l’attraversamento del confine, perché gli argini sono molto vicini. Nei periodi di secca si riesce a passare anche con biciclette o con piccole imbarcazioni costruite con la plastica. ‘Amministrando’ questo passaggio gli yupka ricevono qualche pesos. Chi passa, infatti, dà un contributo ala comunità...
L'articolo di Alice Pistolesi segue su Atlanteguerre.it: Colombia: il dramma della comunità Yukpa (5) e Colombia: sulla frontiera la strada per la Pace è ancora lunga (6)
Alice Pistolesi

Giornalista, è laureata in Scienze politiche e Internazionali e in Studi Internazionali all’Università di Pisa. Viaggia per scrivere e per documentare, concentrandosi in particolare su popolazioni oppresse e che rivendicano autonomia o autodeterminazione. È redattrice del volume Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo e del sito Atlanteguerre.it dove pubblica dossier tematici di approfondimento su temi globali, reportage. È impegnata in progetti di educazione alla mondializzazione e alla Pace nelle scuole e svolge incontri formativi. Pubblica da freelance su varie testate italiane tra le quali Unimondo.org.