Cile: successo e repressione sul Forum Sociale

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A Santiago, nella giornata inaugurale del Forum Sociale Cileno una "selvaggia repressione" ha colpito la marcia di apertura. "L'elicottero dei carabineros sorvola il centro di Santiago, i blindati e i mezzi antisommossa continuano a girare per il centrale viale Providencia, rimane l'odore acre dei lacrimogeni, dopo un'ora di guerriglia urbana repressa selvaggiamente dalle forze dell'esercito". Questa testimonianza arriva da Cristiano Morsolin, giornalista del sito Selvas.org che era nella piazza dove era giunta la festosa marcia dei 50.000 rappresentati dei movimenti altermondisti, ecologisti e della classe operaia. La marcia animata dallo slogan "Un altro Cile è possibile" si oppone al progetto dell'A.P.E.C., l'organizzazione di cooperazione economica Asia-Pacifico, che punta alla liberalizzazione del commercio tra i paesi aderenti.

"E' una festa della diversita' che unisce i vecchi militanti di Unidad Popular del gobern㳀 Allende con i Giovani universitari, attivisti per i diritti umani - descrive così Morsolin il serpentone di colori che arriva a piazza Baquedano, poco distante dal palazzo della Moneda.

La manifestazione era un gran succcesso per il Foro sociale chileno (Fsc) che ha sempre scelto la non violenza e raggruppa ben 200 organizzazioni di base a livello nazionale. Mercoledi sera alla Fiera del Libro il famoso scritto Luis Sepùlveda aveva invitato la cittadiananza a partecipare attivamente. E il sabato 19 novembre, nel momento in cui la piazza era gremita di gente alle h.13,00 il lancio di qualche piedra da parte di gruppi anarchici, che non ri riconoscono nel Fsc, ha sprigionato una incomprensibile risposta violenta dell'esercito che ha represso la piazza entrando con i blindati ad alta velocita e sparando massicciamente lacrimogeni e acqua. "I carabineros hanno tentato di entrare da vari versanti ma a quel punto si sono organizzati vari gruppi di resistenza che hanno usato il lancio di pietre, bottiglie, pali.- commenta Morsolin a due ore dai fatti - La forza di sicurezza del Foro sociale cileno tenta di impedire la violenza di alcuni gruppi di manifestanti, intimando ai carabineros di stato di non intervenire perche' nella piazza ci sono migliaia di anziani, bambini, Giovani, madri di famiglia innocenti che stanno manifestando pac㭀ficamente".

Dalle case dei vicini alla piazza sono stati lanciati limoni e sale per alleviare l'impatto dei gas. Nell'uscire dalla piazza Morsolin viene bloccato più volte dagli sbarramenti dei "carabineros" e a un incrocio rischia di essere investito da un blindato a tutta velocità. La rappresentante del popolo mapuche Eugenia confessa che "questa e' la democracia cilena che criminalizza il popolo mapuche con 200 leader indigeni arrestati". Il pensiero di Cristiano Morsolin va a Janet, giovane cilena di 32 anni che dopo essere entrata in convento per servire la causa dei poveri come monaca ha iniziato iniziato un impegno sociale con i popoli mapuches del sud di Santiago ed ora debe scontare 10 anni per un ‘accusa di terrorismo, di "minaccia terrorista" che appare assurda e ingiustificata. Per Morsolin "questo governo e' abituato a violare i diritti umani, ha costruito questo modello neoliberista di benessere economico a partire dalla dittatura che ha annullato i diritti principali ma ha anche privatizzato l'acqua, la salute pubbliche, i trasporti pubblici, diventando un modello per FMI e Banca mondiale.."

Nonostante la repressione di ieri, prende il via il Social Forum Cileno con le decine di laboratori e seminari all'Universita Humanistica Cristiana per costruire pace, democracia, giustizia a partire dalla valorizzazione delle diversita. Negli scorsi giorni la Confederazione internazionale dei sindacati liberi/Rete Asia Pacifico (CIOSL/RSAP) ha incontrato fuori dal programma ufficiale della riunione A.P.E.C. il Presidente della Repubblica Cilena Ricardo Lagos che ha rilanciato la tesi che la crescita garantita dagli accordi di libero commercio sono l'unica strada per combattere la poverta' e per lottare contro la disoccupazione. Le richieste delle organizzazioni sindacali vengono "accolte con molte pacche sulle spalle". A loro si aggiungono i rappresentanti del movimento dei Mapuche che sono presenti per sottolineare la loro visione interculturale per la libera autodeterminazione dei popoli. Una delegazione dei Mapuche è in Italia e ha manifestato a Treviso davanti a un megastore Benetton, per protestare contro lo sgombero subito, ad opera degli stessi imprenditori di Ponzano, da una famiglia indigena cacciata dalle terre in cui viveva. Una proposta riparatoria fatta dall'imprenditore trevigiano Luciano Benetton, consistente nella ''donazione'' di un appezzamento non lontano dal luogo in cui i Mapuche ora vivono, e' stata respinta. ''La breccia tra noi e Benetton - hanno detto gli indigeni - si e' ancora piu' allargata perche' lui non capisce che noi non abbiamo il concetto di 'proprieta', noi abbiamo della terra un'idea come di un qualcosa di cui siamo parte e non padroni''.

TESTIMONIANZA DAL SECONDO GIORNO - sabato 20 novembre

Emir sader, rappresentatante brasiliano del comitato internazionale del foro sociale mondiale, nel dibattito conclusivo insieme a Cassen -Le Monde Diplomatique, ha sottolineato "Se il sogno del socialismo popolare di Allende e' sopravvissuto di fronte a una terribile dittatura come quella di Pinochet, se 200 organizzazioni di base si sono incontrate ieri in una storica marcia pacifica con oltre 50.000 attivisti che non si vedevano insieme dall'epoca del '89 con il plebiscito contro Pinochet, un altro chile e' possibile...".

Si tenta di voltare pagina della violenta repressione dei carabineros che ha causato tre feriti e anche l'arresto di un importante giornalista della Tv, canale 11 e ha tentato di criminalizzare il movimento altermondista.

Lucio cuenca dell'Osservatorio Latinoamericano dei conflitti ambientali OLCA-santiago commento: "Lo stato ha scelto la mano dura per cercare di mettere in secondo piano lo storico suceso della marcia con oltre 60.000 persone-secondo gli organizzatori- visto che stava ospitando Bus, putin e i grandi della terra".

In questa giornata afosa qui a santiago si sono organ㭀zate decine di laboratori e incontri all'Accademia Umanistica Cristiana, e si e' raggiunta l'iscrizione storica di 8.300 attivisti (rapportati agli 11.000 partecipanti al foro sociale delle americhe di quito, sono davvero tanti). Si respira un gran spirito di speranza sopratutto per la partecipazione di tanti giovani che hanno riempito le aule dell'universita...

Ma altri giovani anarchici durante la notte, nelle zone urbano marginali di La Victoria, Villa Francia, Malcun, hanno aspettato le tenebre della notte per cercare di bloccare il traffico con sassi, pali, espressione di un profondo disagio di un paese con un alto benessere economico, un modello del sistema neoliberale con profonde sperequazioni sociali e acute diseguaglianze per l'iniqua distribuzione della ricchezza prodotta.

E' scattata rapidamente la repressione dei carabinero di cui sono stato testimone nel quartiere Macul, segnato da una poverta che segna l'abbando dello stato, con lancio di lacrimogeni.

di Cristiano Morsolin da Santiago

[AT]

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