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Cecenia: ucciso Maskhadov, si teme escalation della violenza
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Il leader indipendentista ceceno Aslan Maskhadov è stato ucciso dalle forze russe nel corso di combattimenti mentre si trovava in un bunker. "Leader della guerriglia separatista", lo definiscono le agenzie di stampa; "Presidente ceceno moderato" - nota l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) che ricorda come Mashkadov era stato eletto in elezioni definite libere dall'Ocse. Diversi analisti politici lo consideravano un leader moderato con cui poter negoziare ed hanno giudicato l'uccisione di Maskhadov "un colpo alle speranze di pace nella regione".
"Con l'assassinio del presidente ceceno moderato Aslan Mashkadov, eletto in elezioni definite libere dall'Ocse, la Russia ha lasciato campo libero al terrorismo, originato anche dal genocidio di 160.000 ceceni" - afferma l'APM. L'associazione bolzanina accusa l'Europa di corresponsabilità "per le continue sofferenze inflitte alla martoriata popolazione civile cecena" che hanno "contribuito a spianare la strada al terrorismo estremista".
"Esponenti politici di spicco europei hanno appoggiato incondizionatamente la politica di aggressione russa nonostante le uccisioni, gli stupri e le espulsioni di massa, le persecuzioni sistematiche da parte dell'Intelligence, le morti violente degli attivisti per i diritti umani e di coloro che si erano opposti con forme di protesta non violenta, i bombardamenti ai trasporti di profughi, di ospedali, ambulanze, asili, scuole e moschee" - ricorda l'APM. "La guerra alla Cecenia è stata tacitamente sostenuta nonostante i bombardamenti ad ampio raggio distruggessero le città e la capitale. Ciò non avveniva più dai tempi della Seconda Guerra Mondiale" - nota l'APM.
La stampa moscovita sottolinea che con l'uscita di scena del cinquantatreenne Maskhadov la guerra in Cecenia potrebbe al contrario diventare ancora più dura e crudele. Il quotidiano Izviestià sostiene ad esempio che l'eliminazione del leader indipendentista non è mai stata un obiettivo impossibile per le forze russe e che è stata con ogni probabilità decisa "al più alto livello" del Cremlino per evitare l'apertura di un negoziato e per insistere invece nella ricerca di una pacificazione tutta militare.
Intanto - informa Articolo21 - le forze di sicurezza del Cremlino si concentrano su un nuovo obiettivo: lo spietato capo-guerrigliero Shamil Basaiev, organizzatore materiale dei sanguinosi attacchi al teatro Dubrovka di Mosca nel 2002 e alla scuola di Beslan nel settembre scorso. "L'eliminazione di Maskhadov accelera la caccia per scovare e catturare Basaiev. Adesso presteremo il doppio di attenzione a questo problema" - ha indicato il primo vicepremier del governo ceceno filo-russo Razman Kadyrov. Ma i separatisti ceceni promettono di incrementare la loro lotta per l'indipendenza. "Aslan Maskhadov sarà molto più pericoloso per la leadership del Cremlino da morto di quanto avrebbe potuto esserlo da vivo, quando chiedeva un dialogo pacifico" - ha dichiarato da Londra Akhmed Zakayev, rappresentante di Maskhadov in Occidente. I comandanti ribelli Shamil Basayev e Doku Umarov sono considerati i probabili successori di Maskhadov alla guida dell'auto-proclamata Repubblica indipendente cecena, scrive il giornale Kommersant. [GB]