Cecenia: chi è solidale col genocidio in atto?

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L'Associazione per i popoli minacciati (APM) che, fin dalle prime ore ha condannato con fermezza gli atti terroristici nella scuola di Beslan (Ossezia) ci invia questa riflessione che proponiamo ai nostri lettori.

Il dramma degli ostaggi di Beslan ha dimostrato un atteggiamento irresponsabile dei media e indegno di ritenersi medium di uno stato democratico. Dov'era il rapporto critico, dove la riflessione sulle voci ufficiali, dove il soppesare dell'informazione, dove l'analisi invece della diffusione di panico razzista? Tanti media hanno elencato e raccontato il fatto e si sono basati sulle fonti ufficiali russe, soprattutto quelle dei malfamati servizi segreti FSB (ex KGB), senza interrogarsi sull'autenticità delle notizie. Tanti media hanno diffuso le notizie senza aggiungere niente né relativizzare niente - notizie giunte unicamente da fonti politiche e militari che sono responsabili del genocidio senza paragone in termini di crudeltà, contro il popolo ceceno.

Aslan Maskhadov è stato chiamato da tanti media il "leader dei ribelli" nonché "capo terrorista" - nonostante Maskhadov sia il presidente ceceno democraticamente eletto, poi cacciato da Putin e sostituito fino ad oggi da fantocci di Putin e del KGB arrivati al potere tramite elezioni false - cioè un colpo di stato, e i media occidentali riprendono la terminologia dei golpisti ed espongono i rappresentanti eletti democratici come dei criminali. Dei poliziotti mascherati hanno rapito 30 membri della famiglia del presidente democraticamente eletto. Questi sono i metodi dello stalinismo, della SS - eppure vengono riconosciuti tacitamente dai media. La propaganda russa ha parlato dei finanziamenti attraverso Al Qaeda e della partecipazione degli arabi in questo attentato. I media occidentali hanno ripreso questa menzogna propagandistica senza rifletterci e hanno costruito una visione apocalittica di un Caucaso islamizzato. Ma anche se tra gli attentatori non ci fosse neanche un ceceno, la composizione internazionale in fondo non ha importanza: l'attentato indubbiamente è uno specchio del massacro in Cecenia. Putin vuole giustificare la sua brutale condotta in Cecenia mettendosi al posto della vittima del terrorismo islamico. I rappresentanti della politica e dei media occidentali assumono in modo ingenuo queste menzogne e solidarizzano con lui. Ma i terroristi hanno fatto almeno delle richieste "islamiste"?

Gli attentatori hanno richiesto il ritiro delle truppe russe dal territorio ceceno, ma da parte russa la notizia è stata smentita e sostituita da un'altra: la presunta pretesa di liberazione dei ceceni catturati in Inguscezia recentemente. Ogni possibilità di trattative con gli attentatori è stata respinta. Anna Politovskaya, giornalista russa critica verso il suo regime, che era in volo verso l'Ossezia per iniziare un dialogo con Maskhadov, si è ritrovata avvelenata nell'ospedale di Rostov, al punto di partenza - e i media occidentali hanno riportato questa notizia come se fosse una cosa ovvia. Andrej Babitzkij, un altro giornalista russo che voleva andare sul posto degli avvenimenti, è stato arrestato. Però la stampa non ha niente da ridire e riprende senza critiche la versione delle autorità russe. Nelle lunghe ore del dramma degli ostaggi e ancora dopo i giornali hanno elencato la cronaca degli attentati ceceni degli ultimi anni. Perché invece non elencano la cronaca delle atrocità russe in Cecenia? Nonostante tutta la crudeltà di Beslan il saldo dei morti è una frazione del numero delle vittime delle guerre in Cecenia.

Perché la più parte dei media tacciono assieme a Putin rispetto alle cause di quest'attacco terroristico? Durante le due guerre le forze militari russe hanno ucciso almeno 160.000 persone di cui 40.000 bambini. Aggiungiamo i torturati, le donne e gli uomini violentati, gli scomparsi - e tutti coloro che periscono per malattie causate dalla guerra. Il bilancio dei morti durante i 10 anni di guerra in Cecenia dovrebbe arrivare intorno ai 180.000 - ciò equivale a un quinto della popolazione della piccola repubblica. In Cecenia non è solo una scuola ad essere stata distrutta, ma è un paese intero ad essere stato raso al suolo. Però di questo i media non parlano. Tutto ciò si chiama complicità col genocidio. I rappresentanti della politica occidentale non permettono una critica di Putin. Quanti morti ci vogliono affinché l'UE alzi una voce critica contro la "soluzione finale" della questione cecena? Una domanda ai media, ma anche a Schr㶀der, Fischer, Prodi: non bastano 200.000 morti?

Fonte: Associazione per i popoli minacciati

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