Caritas: i volontari in solidarietà alle popolazioni

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"Nel Tamil Nadu, raggiungerò il team di esperti di Caritas Internationalis, con l'incarico di coordinare la logistica delle operazioni di soccorso del network internazionale". Terry Dutto partirà domenica 2 gennaio per l'India e, per Caritas Italiana, coordinerà anche le operazioni relative agli altri paesi colpiti dal maremoto, nei quali si sposterà appena possibile. La situazione nelle zone colpite resta drammatica e continua a crescere il numero delle vittime accertate. Il coordinatore di Caritas Asia, in missione dal 29 dicembre fino al 14 gennaio, sta verificando i bisogni, anche a livello di supporto e coordinamento per le Caritas locali.

In India la Caritas negli stati del Tamil Nadu, Kerala e Andrha Pradesh ha allestito più di 100 campi di accoglienza, nei quali si sono riversate 125.000 persone. In queste strutture vengono garantiti pasti caldi, acqua, soluzioni reidratanti, vestiti, tavolette per purificare l'acqua e in più assistenza medica per i feriti lievi. Inoltre è stato attivato un servizio di consulenza psicologica per aiutare chi ha subito traumi. Un team di operatori Caritas e numerosi volontari locali stanno anche raggiungendo quotidianamente almeno 50.000 persone, nelle aree più remote per fornire cibo acqua e altri generi di prima necessità. La situazione più grave è all'esterno dei campi, dove si sono ammassate tutte le persone che non hanno trovato posto all'interno, in condizioni igienico sanitarie precarie, senza riparo, e con l'acqua e il cibo che cominciano a scarseggiare. La Caritas continuerà per altre due settimane a fornire aiuti d'urgenza per poi avviare per almeno 18 mesi interventi di riabilitazione, con un impegno stimato intorno agli 11 milioni di euro.
In Sri Lanka la Caritas locale (SEDEC), grazie al sostegno della rete internazionale, è riuscita ad allestire 93 campi di accoglienza che ospitano 45.000 famiglie, nelle zone di Batticaloa, Galle, Colombo, Trincomalee.
In Indonesia continua ad essere difficilissimo raggiungere i luoghi del disastro: le strade sono interrotte e gli aiuti bloccati all'aeroporto. Le diocesi locali, sempre sostenute dalla rete internazionale, hanno predisposto aiuti d'urgenza e stanno valutando ulteriori possibilità di intervento.
In Thailandia la Conferenza Episcopale locale ha scelto di concentrare la sua attenzione sui bisogni delle comunità di pescatori poveri in 31 villaggi delle 6 province di Puket, Phangnga, Krabi, Ranong, Satun e Trang.
In questa situazione drammatica è esemplare come sempre la solidarietà manifestata da diocesi, parrocchie, enti, gruppi, associazioni, e singoli, in risposta all'appello della Conferenza episcopale italiana e ai ripetuti inviti del Santo Padre.
La nostra preghiera e la nostra vicinanza va anche ai fratelli immigrati delle zone colpite dal maremoto. Sono oltre 100.000 (e anche di più se si prendono in considerazione i minori a carico) quelli che lavorano e vivono nel nostro Paese. Si tratta di collettività storiche come quella indiana (47.170) e srilankese (41.539) o di più recente data come quelle indonesiana (1.452) e thailandese (3.400).

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