Canta che mi passa

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Foto: Tom Bradley da Unsplash.com

C’è una cosa che costituisce un vero e proprio boost (si può usare questa parola no, adesso che per più tristi ragioni sappiamo tutti il suo significato?) per la salute mentale di 9 persone su 10. È il canto degli uccelli. Ce lo dice un sondaggio proposto in Gran Bretagna a un campione di persone da YouGov, che ha rilevato l’estrema qualità positiva di un tempo dedicato all’osservazione e all’ascolto dell’avifauna. L’88% degli adulti coinvolti ha dichiarato che trascorrere del tempo all’aperto in un ambiente naturale è stato importante (il 53% lo ha definito “molto importante”) e il 91% era d’accordo con l’affermazione che osservare gli uccelli e ascoltare il loro canto ha avuto un impatto positivo sulla loro salute mentale e sul benessere più in generale.

E lo dimostra anche la partecipazione ad eventi dedicati, come per esempio il weekend Big Garden Birdwatchproposto da RSPB, Royal Society for the Protection of Birds, realtà britannica che lavora anche a livello globale a favore della conservazione e della protezione di habitat e specie, nel tentativo di arginare le gravi conseguenze provocate anche in questo ambito dall’emergenza climatica. L’invito, dal 27 al 29 gennaio scorsi, era quello di contribuire alla conta degli uccelli, all’insegna del motto “Wherever you are, whatever you see, it’s fine!”. Già, ovunque tu sia (per esempio nel giardino di casa o in un parco cittadino o lungo un fiume) e qualunque specie tu veda, va bene. Perché è importante contribuire ad avere un quadro aggiornato della situazione, in un Paese come l’Inghilterra che negli ultimi 50 anni ha perso 38 milioni di uccelli a causa di condizioni meteorologiche sempre più estreme, che hanno avuto impatti drastici soprattutto sulle specie più piccole.

È evidente come sia vitale prendersi cura di chi abita il Pianeta in volo, non solo attraverso la scienza, la ricerca e azioni mirate di tutela, ma anche attraverso azioni di citizen science come questa, che coinvolgono la popolazione nel monitoraggio dell’avifauna. Un’occupazione per l’uomo divertente e rilassante (l’edizione del 2022 ha visto il contributo di oltre 700.000 persone) e, come peraltro confermato dal sondaggio citato, anche utile al miglioramento del nostro stato d’animo. Dedicare infatti del tempo a passeggiate in foresta e nelle aree boschive, nonché in altri spazi naturali come le aree umide o i parchi, migliora il benessere in generale e in particolare la salute mentale e sono dati confermati da più studi. 

E c’è un progetto che ha preso sul serio questi dati. Il canto degli uccelli è un toccasana tutto da ascoltare e godere, e la consapevolezza è emersa per molti di noi soprattutto durante le lunghe settimane di quarantena, in cui la solitudine e il silenzio dell’isolamento hanno fatto anche spazio a un paesaggio sonoro a cui non eravamo soliti fare attenzione, popolato di altre strabilianti creature che ne approfittato per esprimere i loro vocalizzi, senza doversi sforzare di sovrastare l’inquinamento acustico che in condizioni normali è provocato dall’uomo. Una distrazione salvifica che ha spinto Randall Poster e Rebecca Reagan alla creazione di The birdsong project, una collezione di pezzi musicali costruiti attorno al canto degli uccelli, con la convinzione che se gli artisti avessero prodotto brani inspirati ai loro gorgheggi sarebbe stata un’ulteriore occasione per portare in primo piano l’urgenza della crisi che si è abbattuta sull’avifauna, sia in seguito al grave peggioramento delle condizioni climatiche degli ultimi anni, sia a causa del disturbo provocato dalle attività antropiche, che hanno decimato intere popolazioni e che hanno portato molte di esse vicinissime all’estinzione. Sono nati così 172 brani unici, uniti da un filo conduttore, che si sono poi arricchiti di testi e poesie all’insegna dell’amore per la natura e della responsabilità per la sua difesa, dedicate alla valorizzazione di una connessione profonda che evidenzia relazioni simbiotiche e imprescindibili per la sopravvivenza di ciascuna specie, compresa la nostra. 

Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.

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