Cambiare paradigma per la cooperazione internazionale... Eppur si muove

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Il Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo, previsto dalla legge 125, è stato 3 volte convocato. Alleluja. La legge stessa prevedeva che la riunione avvenisse entro 90 giorni l’approvazione della norma e ciò è accaduto. Anno più; anno meno.

Ad onor del vero aveva avuto una convocazione precedente quella del 9 dicembre 2015 di cui andremo a raccontare in questo articolo: era stata presieduta dal sottosegretario Della Vedova il quale ha un CV di tutto rispetto ma, come accade spesso in politica, non è ferrato in cooperazione internazionale. Peccato; perchè viene dallo stesso partito di Emma Bonino la quale, come sappiamo, è un guru in materia.

Ma torniamo all'incontro del 9 dicembre 2015 ove era assente il viceministro Lapo Pistelli che aveva la delega sulla cooperazione e che aveva tracciato la rotta della nuova legge. Lui fu dimissionario già un semestre fa (non missionario in quanto è andato all'ENI) e, ad oggi, non ancora sostituito. Sono passati mesi ma la nomina del sostituto, così almeno si dice, è questione di giorni. Anche la neoeletta direttrice dell'Agenzia – Laura Frigenti – era “assente giustificata”. All'estero.

Chi guidò, quindi, il consiglio nazionale che, secondo la legge, è l'organo che “esprime pareri sulle materie attinenti la cooperazione allo sviluppo ed in particolare sulla coerenza delle scelte politiche, sulle strategie, sulle linee di indirizzo”? Sono stati i diplomatici della Farnesina! Che, da sempre, utilizzano la cooperazione internazionale allo sviluppo come viatico per sedi ben più ambite. E remunerate.

Quindi? Se la politica “non sa o non c'è” l'unica cosa da fare è trasformare il consiglio nazionale in un convegno. Si; con tanto di relatori – peraltro non di livello – per parlare d'immigrazione in modo general – generico. Insomma tutt'altro da ciò che prevede la legge che avevamo salutato con qualche ottimismo.

Disagio tra gli esperti convenuti il 9 dicembre scorso. Pazienza le ONG che, ormai, da decenni sono invitate a Palazzo e sono sempre più sconcertate per il persistente vuoto pneumatico culturale o per i ritardi ormai decennali nei pagamenti di progetti già chiusi. Pure i nuovi attori, come per esempio Confindustria, che avrebbero voluto dare il proprio apporto in termini di upgrading o networking, abituati a tutt'altri ritmi, si son trovati spiazzati. Se per delinare un percorso servono un paio d'anni figurarsi per fare un progetto.

Secondo Gianfranco Cattai de la Focsiv v'è stato “disorientamento e insofferenza da parte di rappresentanti di ministeri, regioni, comuni, università, ong, società civile, cassa depositi e prestiti, banche, mondo profit e fondazioni”. Con il Medio Oriente in guerra, il Maghreb in subbuglio, un Sahel ed un Mediterraneo a mò cimitero ch enecessitano di risposte puntuali aver ricevuto lezioni sull'immigrazione manco fossero liceali non era forse ciò che i rappresentanti del Sistema Italia convocati alla Farnesina si aspettavano.

E' conseguito un duro comunicato Focsiv sottoscritto, a distanza, anche da Marco Santori di Etimos che ivi rappresenta la Finanza Etica.  Quest'ultimo denuncia inoltre la lentezza per la suddivisione di tutti i gruppi di lavoro, con tanto di coordinatori, secondo “manuale cencelli” al fine di rappresentare tutte le anime del Sistema Italia. “Ciò fa perdere molto tempo...e non si va alla sostanza delle cose. Alla formulazione di proposte concrete, politiche coerenti...come da mandato. L'Italia - a suo dire - rischia di essere al traino dell'Europa ma non ha un pensiero suo sulle sfide globali”.

Più cauto o, forse, più abituato è uno dei 4 coordinatori insediati il 20 gennaio Luca De Fraia – deputy segretario generale di Action Aid Italia. Lui conosce la macchina e sa bene che ciò che per il mondo normale si misura in giorni o mesi nei Ministeri sono anni. Puntualizza ad unimondo: “la scorsa settimana si sono insediati i gruppi di lavoro con i 4 coordinatori e ci siamo riconvocati entro febbraio”. Tra i coordinatori anche Danilo Salerno – già redattore di Unimondo – in rappresentanza del mondo cooperativo. In rappresentanza del profit c'è Giovanni Rocca ed infine Adrine Cleophas Dioma per la diaspora. 

Cattai, a proposito dei gruppi, afferma che “i gruppi di lavoro si autoconvocano e si autopagano le spese per fare anche ottimi documenti ma il problema sta nel consiglio che si riunisce una volta all'anno e non è tenuto a considerare i docuemnti emersi dal lavoro dei gruppi”

Secono De Fraia la sfida, nonostante tutte queste contraddizioni, continua e si fa interessante, nonostante la lentezza. E' sempre più compreso il limite degli “aiuti allo sviluppo” ma il definire cosa fare in alternativa è il vero contendere. Certo; una sfida che ha i suoi tempi. E che tempi. 

Fabio Pipinato

Sono un fisioterapista laureato in scienze politiche. Ho cooperato in Rwanda e Kenya. Sono stato parte della segreteria organizzativa dell'Unip di Rovereto. Come primo direttore di Unimondo ho seguito la comunicazione della campagna Sdebitarsi e coniato il marchio “World Social Forum”. Già presidente di Mandacarù, di Ipsia del trentino (Istituto Pace Sviluppo Innovazione Acli) e CTA Trentino (Centro Turistico Acli) sono l'attuale presidente di AcliViaggi. Curo relazioni e piante. 

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