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Caccia: per 5 mesi, fauna ostaggio delle doppiette
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"Da domani e per 5 mesi la fauna sarà messa a ferro e fuco dalle doppiette dei 700mila cacciatori italiani: milioni di uccelli e mammiferi verranno ferocemente inseguiti, terrorizzati dagli spari, braccati dai cacciatori per finire agonizzanti sotto una fucilata. Un vero e proprio assassinio di massa autorizzato dallo Stato e compiuto da chi, per un sadico divertimento, imbraccia un fucile e distrugge la vita". Così la LAV alla vigilia dell'apertura anticipata della caccia in oltre 16 regioni, che hanno autorizzato la pre-apertura generalizzata in contrasto con la legge 157 del 1992 che fissa la data di inizio della stagione venatoria alla terza domenica di settembre.
"In Italia, sia da un punto di vista ecologico sia da un punto di vista culturale e sociale, la caccia non ha più motivo di esistere - dichiara Ennio Bonfanti, responsabile "fauna" LAV - perché è noto che la maggioranza dell'opinione pubblica (dal 70% all'80% secondo tutti i sondaggi) disprezza un'attività sanguinaria come quella venatoria. Se venisse accolta la volontà degli italiani, la caccia sarebbe già abolita; solo gli interessi politici legati al bacino di voti rappresentato dal mondo della caccia e gli interessi economici della lobby delle armi consentono a questo "sport" di trovare ancora spazi di "tolleranza" da parte di Governo, parlamento e Regioni".
La pre-apertura è un gravissimo rischio per la fauna ed è incompatibile con la prioritaria esigenza della conservazione. E' quanto emerge da uno studio condotto dal settore "fauna" della LAV sui pareri rilasciati alle Regioni da una fonte qualificata come l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) di Bologna, che ne ha censurato i calendari venatori delle Regioni che hanno avviato la deregulation filovenatoria. In questo periodo dell'anno, sostiene l'INFS, "l'attività venatoria risulta scarsamente diversificata e quindi più impattante sulle poche specie oggetto di caccia anticipata". Dure critiche anche sull'anticipazione della caccia a specie stanziali (lepri, fagiani, starne, ecc.) e uccelli acquatici ancora in periodo riproduttivo, con conseguenze disastrose per tali popolazioni faunistiche.
"Puglia, Marche, Calabria, Molise e Lazio sono le regioni dove le regole per la caccia potranno creare gravi danni alla fauna". Lo denuncia Legambiente, per bocca del suo responsabile fauna Antonino Morabito, in base alla valutazione di differenti parametri presenti nei Calendari Venatori. Per esempio sono stati considerati parametri quali la data di pubblicazione sui Bollettini regionali, la data della preapertura, il numero di specie stanziali e migratrici previste con la preapertura, il numero di specie in deroga e le giornate di caccia a scelta o fisse. Proprio in base a questi parametri dunque la Puglia è tra le peggiori, soprattutto perché è proprio di questa regione "l'annullamento" degli Ambiti Territoriali di Caccia, una "chicca" che farà del territorio pugliese un far west delle doppiette. "Il prossimo 17 settembre - annuncia Morabito - a Palazzo Rospigliosi verrà presentato il "II Rapporto sulla Gestione della Fauna in Italia", dove emergerà lo sforzo di gestione di tanti enti responsabili della gestione e che troppo spesso vede questo lavoro messo in discussione da scelte inopinate operate da Governo e Regioni". [AT]