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Burundi: ultimatum FNL al Presidente Conferenza Episcopale
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In seguito alle dichiarazioni di ieri di monsignor Simon Ntamwana, presidente della Conferenza Episcopale del Burundi, i ribelli delle Forze nazionali di liberazione (FNL), hanno dato trenta giorni di tempo al prelato per lasciare il Paese. Lo rende noto oggi l'agenzia Misna. Il Presidente della Confernza Episcopale burundese ieri aveva dichiarato che a suo avviso i ribelli dell'Fnl sono i responsabili dell'uccisione del nunzio apostolico Michael Courtney avvenuta due giorni fa.
"Dal modo in cui è stato messo a morte, e parlo proprio di una vera esecuzione, si vede che monsignor Courtney era ricercato. I vari appelli del Nunzio apostolico all'FNL affinché lasciasse la via della guerra e le reazioni da parte dei ribelli mostrano a mio parere che non bisogna cercare colpevoli se non nell'FNL" - aveva affermato il presidente della Conferenza Episcopale. In seguito, attraverso il portavoce Pasteur Habimana, le Fnl avevano dichiarato di essere "innocenti" e chiesto l'apertura di "un'inchiesta imparziale", ma oggi hanno lanciato il loro ultimato al prelato burundese.
La capitale burundese Bujumbura sta vivendo momenti di tensioni e polemiche sulla responsabilità dell'assassinio del legato vaticano. Sempre l'agenzia Misna riportava ieri l'intervista ad un'autorevole fonte umanitaria locale, tenuta anonima per ragioni di sicurezza, secondo la quale "in pochi in Burundi credono che sia andata come pensa monsignor Ntamwana. La verità è che qui in Burundi tutti sappiamo chi è stato a uccidere monsignor Courtney, anche perché a quell'assassinio hanno assistito dei testimoni; ma nessuno può fare quel nome, poiché sarebbe in breve destinato alla stessa fine toccata al Nunzio".
Lo stesso presidente della Repubblica, Domitien Ndayzeye, che ieri ha riconosciuto l'esistenza di scontri a fuoco nella zona tra l'esercito burundese e i ribelli delle dell'FNL, non se l'è sentita ufficialmente di far cadere la responsabilità dell'omicidio su queste ultime, limitandosi a promettere l'apertura di un'inchiesta per assicurare i colpevoli alla giustizia. "Ci sarebbero infatti elementi che, se studiati attentamente, possono far pensare che l'omicidio non sia attribuibile con certezza all'FNL" - riferiva alla Misna la fonte riservata.
Le esequie del legato pontificio si sono svolte stamane a Bujumbura senza la salma che era già sulla strada dell'aeroporto alla volta dell'Irlanda, sua terra d'origine. Nell'omelia monsignor Pierre Christophe, nunzio apostolico di Kampala e sostituto dello scomparso, ha letto alcuni paragrafi del messaggio che il suo predecessore aveva preparato per domani, Giornata mondiale della pace. "La pace in Burundi deve passare necessariamente attraverso il rispetto degli accordi firmati tra le parti in conflitto" - ha ricordato il nunzio di Kampala riprendendo le parole del suo predecessore alla presenza delle più importanti personalità politiche burundesi, dal capo dello Stato Domitien Ndayzeye, all'ex presidente Pierre Buyoya, ai presidenti di camera e senato oltre a numerosi diplomatici e sacerdoti.
Nato nel 1945 in Irlanda, il defunto monsignor Michael A. Courtney era un diplomatico di ampia esperienza: dopo essere stato nunzio apostolico in Sudafrica, Zimbabwe, Senegal, India, Cuba, Egitto e Osservatore della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa, venne ordinato vescovo nel 2000 ed era quindi stato inviato come Nunzio apostolico in Burundi dove si era adoperato per la riconciliazione nazionale secondo le direttive vaticane che chiedono ai sacerdoti corresponsabili dei crimini del 1994 di comparire davanti alla giustizia.
Il 16 novembre scorso il governo del Burundi e la maggiore fazione che ne contesta militarmente il potere, la CNDD-FDD, hanno firmato un accordo di pace che, secondo varie organizzazioni per la difesa dei diritti umani è rimasto solo sulla carta e non ha bloccato le violenze nel Paese. Le Forze nazionali di liberazione (FNL), un gruppo ribelle di minor entità, hanno però rifiutato di negoziare col governo e i combattimenti sono continuati vicino alla capitale Bujumbura dove le forze armate burundesi avrebbero deliberatamente ucciso civili in rappresaglia per le uccisioni di soldati governativi da parte delle FNL. [GB]