www.unimondo.org/Notizie/Burundi-esteso-mandato-al-governo-ucciso-prelato-di-Bururi-61083
Burundi: esteso mandato al governo, ucciso prelato di Bururi
Notizie
Stampa
Dopo che nei giorni scorsi il Parlamento di transizione del Burundi ha approvato per la seconda volta il testo della nuova Costituzione, già adottato a settembre, è stato posticipato al prossimo 26 novembre il referendum popolare, inizialmente previsto per il 20 ottobre. Al termine di un incontro tra leader africani tenutosi a Nairobi, il presidente ad interim del Burundi, Domitien Ndayizeye, ha annunciato inoltre che non ci sono le condizioni ideali per indire le elezioni previste dagli accordi di pace Arusha sottoscritti con le forze ribelli. Nell'incontro i Capi di Stato della regione dei Grandi Laghi hanno esteso fino ad aprile, quando si terranno le elezioni presidenziali, anche il mandato al governo di transizione che, in base agli accordi di pace del 2000 di Arusha (Tanzania), avrebbe dovuto scadere a fine ottobre. Le elezioni si terranno il 22 aprile 2005, e dovrebbero costituire il punto di svolta del complesso processo di pace: dal 1993 il conflitto ha provocato oltre 300.000 vittime, in gran parte civili.
Il rinvio del referendum aveva reso necessaria una seconda votazione che, analogamente al mese scorso, è stata boicottata da 74 parlamentari (su un totale di 271), in rappresentanza di una decina di partiti tutsi, la comunità minoritaria in Burundi che detiene i posti-chiave dell'esercito. I Tutsi sostengono che la Costituzione sia discriminante nei loro confronti: la nuova Carta assegna il 60% del potere agli Hutu (che sono circa l'85% dei sei milioni di burundesi) e il restante 40% a loro. In base alla nuova agenda elettorale, la consultazione popolare sulla nuova Costituzione si dovrebbe svolgere tra il 26 novembre e l'8 dicembre, mentre legislative e presidenziali si terrebbero il 22 aprile dell'anno prossimo.
Il referendum sulla nuova Carta fondamentale era stato annunciato per il 20 ottobre dal presidente Domitien Ndayizeye, dopo l'approvazione della Costituzione da parte del Parlamento di Bujumbura a metà settembre; ma i ritardi organizzativi hanno imposto un rinvio. Il presidente della Commissione elettorale ha spiegato inoltre che prima del voto saranno necessari "un censimento generale e uno elettorale della popolazione, una fase di educazione civica dei cittadini e una spiegazione della futura Costituzione". Il rinvio delle elezioni - le prime da quando è iniziata la guerra civile nel 1993 - aveva fatto temere un possibile vuoto istituzionale, perché gli accordi di pace di Arusha (Tanzania) del 2000 prevedevano la fine della transizione il 1° novembre 2004; la proroga dell'attuale governo è stata salutata da tutti come una decisione che - per il momento - garantisce stabilità al piccolo Paese africano, già duramente provato da 11 anni di conflitto.
L'unica voce contraria è stata quella dell'Uprona (Unità per il progresso nazionale), il principale partito Tusti, la comunità etnica minoritaria in Burundi (pari al 15% dei circa sei milioni di abitanti): il portavoce Gerard Nduwayo ha chiesto che non venga organizzato il referendum sulla Costituzione, "perché è stata adottata illegalmente dal Parlamento".
Ma non si placano gli atti di violenza. Nei giorni scorsi nel sud del Burundi è stato ucciso il vicario episcopale della diocesi di Bururi, padre Gerard Nzeyimana - riferisce l'agenzia Misna. Alcuni uomini sconosciuti avrebbero fermato l'auto del sacerdote burundese, che tornava dalla capitale Bujumbura insieme a tre suore e una ragazza. Costretto a scendere dal veicolo, padre Nzeyimana sarebbe stato ucciso poco dopo con colpi di arma da fuoco. Padre Nzeyimana, vicario episcopale per la zona di Makamba della diocesi di Bururi, era un sacerdote di origine tutsi molto conosciuto per le sue coraggiose denunce contro chi ha commesso violenze ai danni della popolazione in questi undici anni di guerra civile. Un'assassinio che si aggiunge a quello del nunzio apostolico Michael Courtney avvenuto nel dicembre del 2003. [GB]
Altre fonti: Warnews