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Bosnia Erzegovina: ponte a Mostar, acqua e carovane di pace
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Venedi 23 luglio a Mostar verrà inaugurato il nuovo ponte edificato sulle rovine dello Stari Most, l'arco di pietra che univa le due rive della Neretva, distrutto il 9 novembre di 11 anni fa dall'esercito croato bosniaco.
"Il 9 novembre del 1993, le milizie croate (HVO) della autoproclamata Repubblica di Herceg Bosna l'avevano preso a cannonate, facendone precipitare le pietre nelle acque della Neretva. Non era un obiettivo militare, non era un bersaglio strategico. Su quel 'bianco arcobaleno di pietra' non poteva passare niente. Era un obiettivo simbolico, lo Stari Most. I mostarini non lo chiamavano il Vecchio Ponte, ma semplicemente 'Il Vecchio', a significare quanto quel monumento rappresentasse e custodisse l'essenza stessa della città. Ed era proprio quello, il genius loci, che andava preso a cannonate. Come a Vukovar, a Sarajevo. Un carattere urbano che, in epoca di dilagante nazionalismo e razzismo, a Mostar si esprimeva beffardamente in un ponte, un simbolo intollerabile, solidissimo ancorché sottile, a guardarlo da lontano" - scrive Andrea Rossini per l'Osservatorio sui Balcani.
Se "la ricostruzione fisica del Ponte non ci autorizza a ritenere che le ferite portate al corpo della città, e all'intero Paese, siano state sanate - continua Rossini - non possiamo però neppure trattenere la gioia per questa completata ricostruzione, così come per la ricostruzione delle decine di edifici storici o religiosi distrutti nel corso del recente conflitto. Si tratta di un patrimonio che appartiene alla nostra storia, europea, che ci viene restituito". La reintegrazione del "Vecchio", così come la recente traduzione di fronte al Tribunale dell'Aja di 6 capi politici e militari della cosiddetta repubblica di Herceg Bosna, che devono rispondere, insieme agli altri crimini, proprio della distruzione del Ponte, rappresentano infatti elementi significativi anche alla luce di un possibile percorso di riconciliazione tra le comunità.
Per questo l'inaugurazione dello Stari Most può diventare una "data storica. "Ci sono delle date ricche di possibilità da rischiare: come il 9 novembre 1989, con la caduta del muro di Berlino. Così il 23 luglio 2004, con la inaugurazione del ponte di Mostar, che offre al Paese la speranza di un futuro ricco di possibilità" - sottolinea Christophe Solioz, direttore del Forum per le Alternative democratiche, in un contributo per l'Osservatorio roveretano.
In questo contesto va collocata l'iniziativa di sabato a Mostar che vedrà il battesimo del Comitato bosniaco per un Contratto Mondiale sull'acqua. Ci saranno esponenti della società civile e del mondo politico italiani e bosniaci. per una rivendicazione simbolica ma insieme concreta di questo bene fondamentale, della sua natura pubblica, di diritto umano, del suo ruolo di unione tra i popoli. "Abbiamo pensato che l'inaugurazione del nuovo ponte di Mostar poteva essere l'occasione per l'inizio di un lavoro collettivo sull'acqua nei Balcani, per sviluppare un lavoro e un rapporto con chi nelle realtà bosniache opera da tempo, per fare dell'acqua un tema che produca ulteriori sinergie utili a tutti" - ha dichiarato Emilio Molinari, animatore della iniziativa all'interno del Comitato Italiano insieme a Paolo Rizzi e Massimo Moretuzzo.
Un'iniziativa che fa seguito all'importante viaggio sul Danubio (Danubio, l'Europa si incontra) svoltosi nel settembre scorso. "Dati i tempi terribili di guerra che viviamo, l'appuntamento di Mostar è molto importante e pieno di valori evocativi, un primo Ponte di Pace verso l'Oriente, pensando anche al Kurdistan e alla Palestina, dove l'acqua gioca un ruolo cruciale nei conflitti in corso. Crediamo che non sfugga a nessuno il profondo significato che l'acqua può assumere in tale evento, così come crediamo non sfugga a nessuno quanto significato assumano i fiumi balcanici, la loro gestione comune e democratica, in mezzo ai moltiplicati confini, e l'acqua come bene sempre più raro, ricercato, conteso, mercificato e oggetto di sfruttamento, in mezzo ai tanti interessi e appetiti delle multinazionali dell'acqua" - sottolinea ancora Molinari.
Per partecipare alla iniziativa dall'Italia partiranno due carovane, una coordinata dal Ce.V.I. - Centro di Volontariato Internazionale per la cooperazione allo sviluppo che partirà domani 22 luglio da Udine, e una promossa da Associazione per la Pace nel quadro della Carovana di Pace nei Balcani 2004, partita oggi da Ancona. [GB]