Bosnia Erzegovina: Mostar nuovo ponte e acqua di pace

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Dopo i giorni nel caos generale delle prove preparative per la cerimonia innagurale dello Stari Most, tra centinaia di attori e decine di poliziotti, un piccolo significativo evento: una coppia di giovani anonimi si sono baciati per la prima volta sul Ponte Vecchio ricostruito - riporta Luka Zanoni inviato dell'Osservatorio sui Balcani a Mostar. "Nessuno si aspetta che questo nuovo-vecchio ponte sia l'originale - riporta l'articolista che ricorda come lo Stari Most per oltre 400 anni non veniva chiamato il Ponte vecchio, ma era semplicemente il ponte (cuprija), così "anche questo nuovo ponte (most), per parecchio tempo sarà solo un ponte (cuprija), benchè tutti lo chiameranno col nome del suo predecessore".

"Un ponte è un ponte" - nota Andrea Rossini in un dettagliato articolo sull'inaugurazione del ponte. "Chi ha amato 'Il Vecchio' amerà anche questo". Ma - sottolinea Rossini - non si può ritenere che oggi siano definitivamente sconfitte le posizioni di chi l'ha odiato fino a distruggerlo. Per adesso, con le sue pietre ancora troppo bianche, il Ponte è un ponte. "Nove anni dopo Dayton, la Bosnia Erzegovina si trova in una fase di delicato passaggio. Dal prossimo anno, sarà l'Unione Europea a garantire con proprie forze armate la sicurezza nel Paese, subentrando alla SFOR, guidata dalla Nato. Anche la figura dell'Alto Rappresentante, a capo della amministrazione civile internazionale del Paese, dal prossimo anno diventerà quella di "Rappresentante Speciale della Unione Europea". Con 7.000 uomini sul terreno e la responsabilità della amministrazione civile, si profila una missione densa di conseguenze non solamente per la Bosnia Erzegovina ma per la stessa possibilità di una politica estera dell'Unione".

Dopo l'inaugurazione del ponte di Mostar, oltre 200 persone si sono ritrovate per il seminario internazionale "Acqua, fonte di Pace" a discutere di fiumi e risorse idriche come bene pubblico, diritto umano fondamentale e veicolo di pace - riporta Andrea Rossini. Nella sala strapiena del Teatro dei Burattini di Mostar - la ex sinagoga della città - i convenuti al seminario hanno tracciato le linee per costituire un comitato bosniaco per il Contratto Mondiale sull'acqua nel quadro della campagna internazionale contro la privatizzazione di questo bene. Presenti soprattutto rappresentanti di enti locali e gruppi della società civile italiani e bosniaci.

Emilio Molinari, vice presidente del Comitato Italiano per un Contratto Mondiale sull'acqua ha ricordato che la Bosnia è il Paese europeo (insieme a Croazia ed Albania) ad avere il più alto indice di disponibilità idrica per persona in Europa. Secondo stime delle Nazioni Unite, negli ultimi 40 anni nel mondo sono state consumate la metà delle risorse idriche. A fronte della emergenza idrica, che interessa anche il bacino mediterraneo, dalla Puglia al Medioriente, si stima che i consumi raddoppieranno da qui al 2025. "Ma per affrontare questa emergenza le politiche della Banca Mondiale - ieri mattatrice nelle celebrazioni per il Ponte - chiedono che questo bene diventi una merce, da vendere ad un prezzo fino a 3.000 volte il suo valore" - ha sottolineato Molinari. "Noi vogliamo stimolare una presa di coscienza su queste tematiche anche qui in Bosnia, realizzare scambi con le nostre comunità, per lavorare insieme nelle scuole e in progetti e campagne pubbliche" - ha concluso chiedendo di raccogliere 5.000 firme di sindaci per la Carta dell'Acqua, dando così vita ad una sorta di organizzazione internazionale che rivendichi proprio il carattere pubblico e indisponibile di questo bene.

Nel pomeriggio i gruppi, associazioni ed enti locali presenti (tra gli altri rappresentanti di Sarajevo, Mostar, Prijedor, Ljubja, dell'Assopace, Attac, Punto Rosso, Regione Friuli Venezia Giulia, Donne in Nero, Lilliput, Ambasciata della Democrazia Locale di Zavidovici, Peace Trees, Nazioni Unite/Undp, enti locali del Veneto e Friuli V.G., Osservatorio sui Balcani) hanno continuato la discussione nella sala del Teatro.

Sono stati numerosi, infatti, i rappresentanti della società civile italiana a raggiungere Mostar per l'inaugurazione dello Stari Most e per il convegno sull'acqua, fonte di pace. Osservatorio sui Balcani ha aperto una rubrica del proprio sito dove ospita gli interventi dei partecipanti. Il primo è di Paolo Rizzi (Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull'acqua) che presenta la "democrazia dell'acqua in Bosnia Erzegovina".

Ed in tema di viaggi, domani verrà presentato a Rovereto "Viaggiare i Balcani", il primo sito sul turismo responsabile nell'Europa sud-orientale realizzato in Italia. Presentato lo scorso primo maggio a Padova nell'ambito di Civitas, la fiera dell'economia sociale, il sito offre percorsi di turismo responsabile nell'Europa sud orientale. [GB]

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