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Bologna: la mostra sui Cpt e le lotte dei migranti
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La Rete Universitaria di Bologna promuove una mostra sui Centri di Permanenza Temporanei in vista della manifestazione europea contro i Cpt che si terrà il 31 gennaio a Torino. Lunedì 26 gennaio alle ore 15:00 presso la facoltà di Lettere e Filosofia, via Zamboni 38, Aula 4 - nel corso della presentazione della mostra verranno proiettati video sulle lotte dei migranti e raccolte le adesioni alla manifestazione di Torino. Per info/prenotazioni per la manifestazione del 31 a Torino tel. 051/203580
I C.P.T. sono centri di detenzione amministrativa dove il migrante viene rinchiuso senza aver commesso alcun reato, se non quello di essere disoccupato.
La legge Bossi-Fini, stabilendo un legame strettissimo tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno, pone il migrante in perenne condizione di clandestinità. La mancanza di un contratto di lavoro rende il migrante clandestino e quindi immediatamente sottoponibile a detenzione in previsione dell'espulsione. I C.P.T. da un lato funzionano come camera di decompressione del mercato del lavoro, permettendo un controllo della forza lavoro a seconda delle esigenze del padrone, dall'altro perpetuano un rituale di umiliazione del migrante, escluso dalla società e recluso nei centri.
La sanatoria, voluta dal governo Berlusconi e da poco conclusasi, non è il rimedio alla clandestinità che trova nel C.P.T. il suo simbolo materiale. La sanatoria, infatti, ha sottoposto i migranti ad ulteriori ricatti. In alcuni casi gli stessi migranti si sono dovuti accollare il versamento dei contributi previsti dalla regolarizzazione, che dovrebbero essere a carico del datore di lavoro. In altri casi ancora, e ciò sembra avviare un trend in molte città, i migranti appena regolarizzati sono stati licenziati, e riassunti in nero (è il caso in particolare del settore dell'edilizia). Questo significa ancora la perdita in breve tempo del permesso di soggiorno, un abbassamento del salario e peggiori condizioni di lavoro, senza tutele giuridiche e con maggiore sfruttamento della forza lavoro.
In questo senso i migranti ci parlano di una tendenziale precarizzazione del mercato del lavoro che abbraccia tutti i lavoratori, anche quelli che essendo cittadini non corrono il rischio di essere rinchiusi in un C.P.T. Salari sempre più bassi, condizioni pessime di lavoro, completa indisponibilità del proprio tempo e assoluta disponibilità ai tempi dell'impresa, tutto ciò ci preannunciano (ma è già così per molti settori produttivi) i migranti, che in più si portano sulle spalle il peso di una crescente retorica razzista: contro il razzismo e per unire ciò che vuole essere diviso sosteniamo la manifestazione nazionale di Torino contro i C.P.T. del 31 gennaio.
Fonte: Rete Universitaria di Bologna