Balcani: ancora lunga la strada per entrare nell’Ue

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Foto: Pexels.com

Restano sostanzialmente chiuse le porte dell’Unione Europea per i sei paesi dei Balcani occidentali: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia. Questo quello che emerge dal vertice che ha riunito i 27 paesi dell’Unione europea il 6 ottobre al castello di Brdo, in Slovenia.

Il dialogo per l’ingresso di sei Paesi era partito nel 2003, ma dopo quasi vent’anni è ancora in stallo. Con la fine della guerra fredda il dibattito in Europa contrapponeva i sostenitori dell’allargamento dell’Unione a coloro che credevano che avesse più senso approfondire il legame già esistente. “Come negli anni novanta – scrive Pierre Haski sul France Inter e riportato da Internazionale – anche oggi esistono due esigenze contraddittorie. I sostenitori dell’allargamento fanno valere il fatto che i paesi dei Balcani costituiscono una zona a rischio sul continente europeo, in termini di instabilità di governo e di geopolitica, con l’influenza di Cina, Russia o Turchia a pochi passi dal confine dell’Unione. Ignorare questi paesi porterà inevitabilmente conseguenze negative”...

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