Azerbaijan: diritti umani barattati col petrolio

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In Azerbaijan, paese ricco di risorse petrolifere, si sta attraversando una fase di radicale repressione dei diritti fondamentali. Ciononostante continua il 'corteggiamento' da parte dell'amministrazione Bush al recentemente eletto Presidente. Un nuovo rapporto di Human Rigths Watch denuncia centinaia di arresti arbitrari, pestaggi diffusi, licenziamenti senza giusta causa per gli oppositori politici. E oggi il Consiglio d'Europa discute il caso dell'Azerbaijan

Secondo Human Rights Watch, dopo le elezioni presidenziali tenutesi nell'ottobre scorso, vinte da Ilham Aliev, ma, secondo gli osservatori internazionali, grazie a frodi e brogli, la situazione sarebbe drasticamente peggiorata. "L'Azebaijan sta vivendo la più grave crisi del rispetto dei diritti umani degli ultimi dieci anni" - afferma Rachel Denber, direttrice della sezione di HRW che si occupa di Asia centrale - "il governo deve immediatamente porre fine alla repressione".

Il Rapporto di HRW documenta, grazie a centinaia di interviste in 13 città del Paese, le gravi violazioni di cui si sta macchiando Aliev. E denuncia l'inazione USA. "La comunità internazionale deve predere posizione" - afferma Denber - "ed alla luce delle recenti dichiarazioni sulla democrazia nei Paesi del Medio Oriente, il comportamento rispetto al regime al governo in Azerbaijan è preoccupante". Il Segretario alla Difesa USA Rumsfeld, in una recente visita nel Paese, si è congratulato con Aliev per l'elezione ed ha rifiutato di commentare la situazione politica che l'Azerbaijan sta attraversando.

Per Washington il Paese del Caucaso è una pedina fondamentale per realizzare l'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan che trasporterebbe il greggio del Caspio attraverso Azerbaijan e Georgia sino al porto più orientale sul Mediterraneo della Turchia. Circumnavigando così Russia ed Iran.

Nonostante la presenza di ricchi giacimenti di petrolio l'Azerbaijan rimane un paese estremamente povero con un reddito pro-capite ben inferiore ai 4.000 dollari e con metà della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà. Il paese ha perso parte del suo territorio, il Nagorno-Karabakh, in un feroce conflitto con la vicina Armenia, all'inizio degli anni '90. Sospeso con un cessate il fuoco nel 1994 il contrasto tra i due Paesi non è ancora del tutto sedato. [DS]

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