Animali: fantascienza da xenotrapianti, si alla moratoria

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Il XX Congresso Internazionale della Società dei trapianti, riunito a Vienna, non poteva che aprirsi con il trionfalistico annuncio di come il trapianto dall'animale all'uomo rappresenti "l'unica vera e rivoluzionaria soluzione" al problema drammatico della carenza d'organi: un traguardo periodicamente annunciato come prossimo, al pari della sconfitta del cancro o di altre gravi malattie le cui cure sono sperimentate sugli animali, come dimostra l'analisi effettuata dalla LAV degli articoli di stampa pubblicati negli ultimi dodici anni. I ricercatori che fanno uso di animali nei loro studi, infatti, ci hanno ormai abituati a notizie ottimistiche sull'imminente applicazione sull'uomo di terapie sperimentate su animali, ma le stesse hanno però dimostrato la loro inattendibilità, senza contribuire a salvare nessuna vita umana.

"Considerata la moratoria dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sulle applicazioni cliniche all'uomo degli xenotrapianti e l'esplicita condanna di questo tipo di esperimenti da parte del Ministro deputato ad occuparsene nel nostro Paese - ovvero il ministro della Salute Sirchia che ha definito gli xenotrapianti "fantascienza ed utopia" indicando nelle cellule staminali la soluzione al problema dei trapianti" - ha dichiarato Roberta Bartocci, responsabile LAV per il settore Vivisezione. Venendo alla stampa degli ultimi quattro anni, sono fallite le sperimentazioni per via della elevata e prevedibilissima mortalità degli animali trapiantati, ma in molti casi diverse testate perpetrano nei toni sensazionalistici che poco hanno a che vedere con la scienza e con il rispetto di chi in un trapianto di organo (umano) davvero ci spera.

Ad oggi, al massimo, un babbuino ricevente il cuore di un maiale è riuscito a sopravvivere cinque mesi, sotto l'effetto di immunodepressivi e sedativi, ovvero in condizioni incompatibili con una qualità della vita appena accettabile. Dopo centinaia di animali morti, dopo decine di promesse non mantenute, dopo tanto esercizio chirurgico sulla pelle degli animali, questo non è il risultato che possa dare buoni spunti per la prosecuzione della ricerca sugli xenotrapianti. Se un'ipotesi non è supportata da un numero significativo di evidenze a suo favore, ad un certo punto la si dovrebbe abbandonare. Ma questo principio, che è alla base della ricerca scientifica, evidentemente non interessa ai sedicenti scienziati impegnati su questo fronte. Anche il Ministro Sirchia si è già espresso in passato contro il trapianto di organi da animali per ragioni scientifiche, consapevole della scarsa fattibilità di questo assurdo progetto e, sotto il profilo sociale, la maggior parte dei cittadini italiani ed europei sono contrari alla ricerca sugli xenotrapianti. La revisione attualmente in corso della Direttiva Europea in materia di sperimentazione animale e la possibile modifica dell'attuale Decreto Legislativo italiano dovranno tenere conto di questi elementi e vietare senza deroghe la ricerca sugli xenotrapianti.

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