Animali: avorio in commercio con il via di Bangkok

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Curiosa coincidenza: mentre ad Altamura (Bari) i Carabinieri hanno sequestrato 10 zanne di elefante indiano - teoricamente protetto dalla Convenzione di Washington sul commercio di specie di flora e fauna in via di estinzione - denunciando i proprietari per possesso illegale di parti di animali in via di estinzione, gli Stati aderenti alla Convenzione, riuniti in questi giorni a Bangkok, hanno dato il via libera al commercio delle zanne appartenenti all'elefante africano. Questo nonostante il numero degli elefanti africani sia crollato da 1.200.000 a meno di mezzo milione in meno di vent'anni. Sono state quindi accolte le richieste di Namibia e Sud Africa, che premevano per l'autorizzazione al commercio di grosse partite di avorio: i magazzini dei paesi africani, che in questi anni si sono riempiti di avorio, potranno così svuotarsi inondando il mercato di avorio sia legale che illegale, che sfrutterà facilmente i canali legali messi a disposizione dalla nuova autorizzazione Cites, fornendo così a contrabbandieri e bracconieri un facile mercato.

"La decisione presa a Bangkok è gravissima. In alcuni Stati centro africani, implicati nel riciclaccio e nella lavorazione di avorio di contrabbando - dichiara Giovanni Guadagna Responsabile LAV settore Animali esotici - a fronte di poco più di 500 elefanti superstiti, sono state sequestrate zanne appartenute a non meno di 800 animali! Ora che gli Stati membri riuniti a Bangkok hanno premiato questo sistema basato sullo sterminio di circa 10.000 elefanti l'anno, la situazione non può che peggiorare, mettendo a serio rischio la sopravvivenza della specie".

La decisione presa a Bangkok conferma come la Convenzione di Washington non rappresenti affatto un meccanismo di tutela degli animali, ma un metodo per regolamentarne il commercio, disponendo provvedimenti estremi solo in caso di effettivo pericolo di estinzione di una specie, animale o vegetale, e questo non è bastato a salvare l'elefante africano dallo sterminio. "Attendiamo di sapere quali Stati hanno votato a favore del provvedimento - conclude Guadagna - mentre difficilmente sapremo cosa abbiano avuto in cambio i loro rappresentanti per decretare il colpo di grazia per l'elefante africano".

Le richieste del Kenya per un bando totale al commercio di avorio, per salvaguardare la popolazione di elefanti africani, creando così un ostacolo immediato alla caccia di frodo, sono rimaste inascoltate: due anni fa la stessa assemblea degli Stati aderenti alla Convenzione di Washington, riunita a Santiago del Cile, non era riuscita a frenare le richieste di Sud Africa, Zambia e Zimbawe, autorizzati in quell'occasione a smerciare 50 tonnellate di avorio fermo nei magazzini, frutto di sequestri. I risultati si sono visti subito: già poche settimane dopo decine di elefanti venivano uccisi in Kenya e in Uganda (i cui rappresentanti a Santiago del Cile si erano espressi favorevolmente al bando), mentre sequestri di colossali quantità di avorio di contrabbando venivano effettuati negli Stati Uniti, nel Sud Est asiatico, in Europa e Madrid con il ritrovamento record, avvenuto nel luglio di quest'anno, di zanne appartenenti a non meno di 400 elefanti.

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