Animali: Bangkok su flora e fauna in via di estinzione

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Dal 2 al 14 ottobre, i rappresentanti di 166 Paesi aderenti alla Convenzione di Washington sul commercio di flora e fauna minacciate di estinzione (Cites), riuniti a Bangkok, decideranno le sorti di alcuni milioni di animali. La Convenzione di Washington, contrariamente a quanto spesso viene reso noto, non è una legge che protegge gli animali, bensì salvaguarda le specie di appartenenza (tra mille difficoltà ed impedimenti burocratici) ma solo se in via di estinzione, ignorando questioni riguardanti il benessere animale e le specie comuni, o non in via di estinzione. A Bangkok i rappresentanti governativi dovranno esaminare una trentina di proposte di modifica delle Appendici, tra cui quelle di governi "macellai", "balenieri" e "pellicciai" che hanno, spesso, come unico committente i ricchi paesi europei, nord americani ed asiatici.

"L'unica soluzione per salvaguardare gli animali selvatici, è il bando di ogni commercio di animali vivi, così come di parti di essi come trofei, pelli, ossa. Non è realistico pensare ad elenchi di animali più o meno in pericolo di estinzione, stabilendo quote di cattura che dovrebbero, nelle intenzioni di chi le stima, garantire comunque la sopravvivenza della specie - dichiara Giovanni Guadagna, responsabile LAV Settore Animali Esotici - Troppo spesso il commercio legale serve da schermo a quello illegale, e ignorarlo significa condannare numerose specie animali, e vegetali, selvatiche all'estinzione. Per avere un'idea del substrato di indifferenza in cui fiorisce questo tipo di commercio anche nel nostro Paese, basta l'esempio del Comune di Bassano del Grappa (Vicenza) che ha proposto ad un noto cacciatore di animali esotici, cui il Corpo Forestale ha sequestrato i trofei con l'accusa di importazione illegale, la costruzione, in suo onore, di un museo di animali impagliati!".

Ecco alcune delle proposte di modifica degli elenchi della Convenzione:

Papa della Lousiana o Settecolori. Si tratta di un grazioso passeriforme che, come fa intuire uno dei suoi nomi comuni, si presenta molto colorato. Finora la specie non era inserita nella Convenzione, ma le decine di migliaia di individui catturati per riempire le voliere europee, hanno ridotto le popolazioni naturali del 55% in appena 30 anni. Rappresenta il migliore esempio di come la legislazione internazionale intervenga solo nel caso di pericolo di estinzione. A Bangkok i rappresentanti di Stati Uniti e Messico chiederanno di inserirlo in Appendice II, consentendone quindi la cattura entro quote stabilite, e la morte a milioni durante il trasporto o nelle gabbie europee e nord americane, Italia compresa. Solo se continuerà a scendere numericamente potrebbe essere inserito in Appendice I, ed allora il commercio sarà bandito (salvo che per quelli nati in cattività).

Coccodrilli ed alligatori. Attualmente si trovano in Appendice I ma Cuba, Namibia e Zambia, che ha una quota del 4% degli animali selvatici (corrispondenti a 548 animali su 13.702 - dati censimento: 2003) e la cui specie locale è in Appendice II e oggetto, con quelli allevati, di un fiorente commercio di carne, oltre che ad esemplari vivi, impagliati (interi o parti di essi) e pellame, vorrebbero che Coccodrilli ed Alligatori fossero inseriti in Appendice II. Ciò agevolerebbe non solo la caccia di quelli selvatici, ma anche l'esportazione di quelli allevati per l'industria di lavorazione delle pelli, di cui l'Italia è tra i maggiori importatori mondiali.

Lince. Gli Stati Uniti vorrebbero che fosse eliminata dalla Cites, annullando quel minimo grado di protezione (garantito dall'Appendice II in cui è attualmente inserita) che fino ad oggi ha consentito a Canada Stati Uniti e Messico di catturare in soli 5 anni qualcosa come 120.000 linci, una parte delle quali destinata anche all'industria della pellicceria italiana.

Rinoceronte bianco. Oggi è in Appendice I ma lo Swaziland's vorrebbe che la specie fosse declassata all'Appendice II, così da avere una quota di animali selvatici da catturare ed inviare a zoo e circhi del mondo. Peccato che nel 1965 il paese africano avesse dovuto trasferire sul suo territorio 61 animali, dal momento che erano totalmente estinti. Oggi secondo il governo dello Swaziland's sono abbastanza per considerare di ricominciarne la caccia per poi esportarne il prezioso corno o gli animali vivi!

Balenottera Rostrata. Norvegia e Giappone, sulla base di appena 200.000 individui ancora presenti nei mari, vorrebbero che fosse trasferita dall'Appendice I all'Appendice II, al fine di ottenere le preziose quote da cacciare scavalcando il divieto di caccia esistente fin dal 1980.

Elefante africano. Le richieste di mantenere la specie in Appendice II (e quindi ottenere quote di prelievo di animali o parti di essi) arrivano tutte da paesi che lucrano sugli introiti del traffico di avorio. L'autorizzazione al commercio di avorio legale di fatto crea una facile copertura per quello illegale, enormemente aumentato da quando, nel 2002 a Santiago del Cile, gli Stati aderenti alla Convenzione di Washington negarono la massima protezione all'elefante africano, con molte polemiche sul mai chiarito voto a favore del mantenimento in Appendice II della specie espresso dall'Italia, che importa notevoli quantità di avorio "legale". Nel 2002, infatti, furono autorizzati ad immettere nel mercato mondiale l'avorio contenuto nei loro magazzini il Botswana (20 tonnellate di avorio), la Namibia (10 tonnellate) e il Sud Africa (30 tonnellate).

A Bangkok sia Namibia che Sud Africa torneranno alla carica perché la specie non venga inserita nella restrittiva, per i loro interessi commerciali, Appendice I. Entrambi i Paesi infatti commerciano anche in pelle e cuoio di elefante, mentre alcune ditte specializzate catturano i piccoli elefantini da spedire a zoo e circhi americani ed europei, spesso maltrattandoli, come testimoniato dalla condanna inferta dalla massima corte di Pretoria ad un italiano per avere maltrattato alcune decine di elefantini, destinati appunto a zoo e circhi europei.

Leopardi. In Sud Africa è già consentita la caccia al grande felino, per trofei e pelli di cui molti cacciatori italiani fanno vanto, ma i 75 animali cacciati all'anno non bastano più, per cui il governo sudafricano chiederà il raddoppio delle quote cacciabili: 150 animali ogni anno per soddisfare un discutibile spirito d'avventura!

Leone africano. Il traffico internazionale di trofei è il principale motivo di riduzione del leone africano. Per questo il Kenya propone di trasferirlo dall'Appendice II alla I, vietandone di fatto la caccia. Nel 1996 erano stimati, in tutta l'Africa, da un minimo di 30.000 ad un massimo di 100.000 leoni, ridotti nel 2004 ad un massimo di 30.000 leoni! A fronte di un declino del 70% del numero massimo di animali stimati, il numero dei trofei è diminuito del solo 15,7%: solo per il commercio legalmente certificato si è passati dai 613 animali del 1996 ai 517 nel 2002. Del leone si commerciano pelli, crani ed altre ossa e perfino esemplari vivi (di cui alcuni arrivano anche in Italia).

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