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Angelo Gaccione: il disarmo con Cassola e Turoldo
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Foto: Unsplash.com
Sono più di 50 anni che Angelo Gaccione si batte per il disarmo, la pace e la nonviolenza ed è fondatore della LDU - Lega Disarmo Unilaterale. Come scrittore continua a occuparsene attraverso giornali, riviste, incontri pubblici.
Tussi: Raccontaci le tappe più salienti del tuo percorso nonviolento e disarmista.
Gaccione: Il mio rifiuto delle armi è cominciato prestissimo. Già da ragazzino provavo avversione verso i cacciatori del mio quartiere che mostravano doppiette, cartucciere, cani aggressivi e grappoli di piccoli uccelli abbattuti. Li legavano alle cinture per esibirli come trofei. Detestavo questa pratica violenta come detestavo quanti si recavano ai poligoni a sparare “per sport”. Strano sport quello di mirare al cuore o alla testa di una sagoma umana, seppure di cartone. Quanto ad eserciti e guerre mi bastarono i racconti di alcuni anziani che la guerra l’avevano subita sulla loro pelle e ne erano rimasti segnati per sempre, e la lettura di qualche libro. Da giovane ritenevo intollerabile che si potesse bombardare una città assassinando alla cieca anziani, bambini, malati e devastando bellezze che il genio umano aveva lasciato a noi in eredità. Sono sempre sceso in piazza contro eserciti e guerra e non mi sono mai fatto sedurre da quanti cercavano di convincermi che “in certi casi è necessaria”. È la più grande aberrazione che una mente umana possa concepire.
Tussi: Puoi raccontare della tua conoscenza con Carlo Cassola, lo scrittore disarmista?
Gaccione: Erano gli anni Settanta e avevo letto sulla terza pagina del quotidiano milanese “Corriere della Sera” diversi suoi elzeviri disarmisti. Eravamo in piena guerra fredda, com’è noto, ed i pericoli di una catastrofe nucleare erano altissimi. La sua richiesta perentoria di abolire gli eserciti e farla finita con la stupidità della corsa agli armamenti che ci impoveriva e minacciava il mondo di sterminio, mi convinse a scrivergli per proporgli una battaglia comune. In seguito ci incontrammo e poi prese avvio l’idea di una Lega per il disarmo. Una lega che proponesse il disarmo unilaterale del nostro bellissimo e amato Paese; che si facesse capofila, che mettesse in pratica il primo gesto di disarmo senza contropartite affinché questo grande gesto di civiltà fosse imitato da altre nazioni di buona volontà. Ritenevamo che per la storia culturale che l’Italia può vantare, dovesse dare un esempio luminoso a tutto il mondo. Sarebbe stato il primo passo per rompere la catena e finirla una volta per tutte con quella assurda e anacronistica divisione tra Patto di Varsavia e Nato. Quelle idee e quel messaggio sono di un’attualità estrema, soprattutto ora che disastri climatici, pandemie e armi di sterminio di massa sono divenuti cogenti e così maledettamente ultimativi.
Tussi: Parlaci della tua esperienza nella LDU - Lega Disarmo Unilaterale e dell’incontro con padre David Maria Turoldo.
Gaccione: Non si è dispersa del tutto quella esperienza, e non è venuta meno nemmeno con la morte di Cassola. Alcune intelligenze irriducibili hanno continuato ad agitare e diffondere quelle idee. Si è irrobustito il movimento nonviolento e i gruppi disarmisti - dai Disarmisti esigenti a tutti gli altri gruppi italiani e stranieri fino all’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons insignita nel 2017 del Premio Nobel per la Pace, alle prese di posizione del papa e di prestigiose figure della cultura scientifica - e numerosi sono gli Stati che hanno sottoscritto l’impegno a non produrre e ospitare ordigni nucleari sul loro territorio. Quello che lascia sconcertati è invece la scarsa presenza in letteratura di questa consapevolezza. Turoldo fu tra i rarissimi uomini di chiesa in quegli anni a ribadire senza ambiguità, come facevamo io, Cassola e i tanti amici disarmisti e obiettori, il disarmo unilaterale. Uscire dalla logica di morte era un imperativo morale e concreto anche per lui. Negli incontri che abbiamo fatto assieme, non arretrava di un passo davanti ai pavidi e agli opportunisti. Sono contentissimo a distanza di diversi anni dalla sua morte, di aver creato un Comitato di Odissea per fargli dedicare un giardino qui a Milano.
Tussi: Quali sono le personalità che più ti hanno influenzato nel corso della tua storia di vita?
Gaccione: Ho imparato più dalle durezze della vita che dai libri. Da uomini e donne che la povertà non è riuscita a rendere malvagi. Dall’esempio di alcune vite esemplari e dalla coerenza che le ha contraddistinte. Ma non sono stato insensibile a certe preziose e luminose idee libertarie che mi hanno chiarito molte cose. Sono sempre stato istintivamente avversario del potere, di tutti i poteri, quelle idee hanno reso consapevole quell’istinto...
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Laura Tussi

Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Coordinamento Italia Campagna Internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, collabora con diverse riviste telematiche tra cui Pressenza, Peacelink, Ildialogo, Unimondo, AgoraVox ed ha ricevuto il premio per l'impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. - Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana - con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa, Antifascismo e Nonviolenza (Mimesis 2017), con Alfonso Navarra, Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti. Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: "Scuola e didattica" - Editrice La Scuola, "Mosaico di Pace", "GAIA" - Ecoistituto del Veneto Alex Langer, "Rivista Anarchica". Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.