Amnesty: rapporto 2004 e istant-book sulla tortura

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Amnesty International ha presentato stamane a Roma il Rapporto 2004. "I governi e i gruppi armati hanno scatenato una guerra ai valori globali distruggendo i diritti umani della gente comune": è questo il grido d'allarme che emerge dal Rapporto. La violenza dei gruppi armati e l'escalation di violazioni ad opera dei governi si sono miscelate dando vita al più grande attacco ai diritti umani e al diritto umanitario degli ultimi 50 anni, in un mondo dominato da crescente sfiducia, paura e divisione.

"Gli attacchi crudeli, criminali e spietati dei gruppi armati come al-Qu'eda costituiscono una minaccia assai concreta alla sicurezza della gente in ogni parte del mondo. Li condanniamo nel modo più totale. Si tratta di 'crimini gravi' ai sensi del diritto internazionale, che in alcuni casi costituiscono veri e propri crimini di guerra e crimini contro l'umanità" - ha dichiarato Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty. "Ma a lasciare senza parole è anche il fatto che i principi del diritto internazionale e gli strumenti dell'azione multilaterale che potrebbero proteggerci da questi attacchi vengono minacciati, ridimensionati o distrutti da governi potenti" - ha aggiunto Bertotto - "che stanno perdendo la loro compassione morale e sacrificando i valori globali dei diritti umani al cieco perseguimento della sicurezza. Quest'assenza di leadership rappresenta una pericolosa concessione ai gruppi armati".

Il Rapporto 2004 denuncia "uccisioni illegali ad opera delle forze della Coalizione e dei gruppi armati in Iraq". I casi di "maltrattamenti e torture" evidenziano la vulnerabilità di centinaia di prigionieri, non solo in Iraq ma anche in Afghanistan, a Guantánamo Bay e altrove, detenuti dagli Usa e dai loro alleati senza accusa, processo o possibilità di accedere a un avvocato o di beneficiare della protezione della Convenzione di Ginevra. "Non proteggendo i diritti di coloro che possono essere colpevoli, i governi minacciano i diritti degli innocenti e pongono tutti noi a rischio" - ha proseguito Bertotto.

Amnesty sottolinea inoltre che la "guerra al terrore" e la guerra in Iraq hanno favorito una nuova ondata di abusi dei diritti umani e hanno distolto l'attenzione del mondo da quelli già in corso. Il Rapporto Annuale 2004 denuncia devastanti conflitti interni, nascosti agli occhi del mondo, in Cecenia, Colombia, Nepal, Repubblica Democratica del Congo e Sudan, paesi che sono terreno di coltura per alcune delle più grandi atrocità. La violenza in Israele e nei Territori Occupati è aumentata mentre altrove molti governi hanno apertamente portato avanti politiche repressive.

La sezione italiana di Amnesty ha colto l'occasione per annunciare l'uscita in libreria di "Abu Ghraib e dintorni", un instant-book sulle torture nel carcere iracheno e nel mondo. Le immagini provenienti dal carcere di Abu Ghraib hanno trasformato "le denunce di presunte torture" segnalate da Amnesty International in prove schiaccianti della brutalità e degli orrori compiuti dai militari angloamericani nelle prigioni irachene.

Va ricordato inoltre che la Sezione italiana di Amnesty aveva lanciato un tempestivo allarme già dall'estate 2003 attraverso documenti diffusi alla stampa e su internet e incontri con funzionari del governo (elencati nel rapporto), in cui segnalava l'emergere di quello che poi sarebbe diventato il "sistema della tortura". Un anno di denunce inascoltate, dunque, che hanno contribuito a creare un clima di impunità in cui tutto quello che accadeva in Iraq sarebbe stato tollerato. Clima cui fanno riscontro in Italia la lentezza e i passi falsi del dibattito parlamentare sull'introduzione del reato di tortura nel codice penale.

Il rapporto presenta inoltre un'agghiacciante panoramica sulla diffusione mondiale della tortura elencando i 132 paesi nei quali nel 2003 sono stati registrati casi di tortura. In appendice, una scheda sulla tortura in Iraq sotto il regime di Saddam Hussein. [GB]

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