Americhe: conclusa l'ALCA con niente di fatto

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Si sono riuniti a Miami, Florida, i Ministri di 34 Paesi del continente americano per determinare le ultime tappe della creazione di un mercato di libero scambio, fortemente voluto dagli Stati Uniti. Ma si sono lasciati con un giorno di anticipo e con una dichiarazione d'intenti che media tra le divergenze di vedute, in particolare quelle tra USA e Brasile, sostanzialmente rinviando le decisioni al prossimo futuro.

Ciascun Paese convenuto a Miami ha dichiarato la volontà di proseguire lungo la strada del libero commercio in tutto il continente americano. Ma, si specifica nel documento finale della conferenza intergovernativa chiusasi lo scorso 20 novembre, esclusivamente secondo le proprie possibilità. Ciascun Paese avrà quindi la possibilità di accettare o scartare alcune clausole specifiche ed alcune questioni fondamentali, come ad esempio il mantenimento di sussidi all'agricoltura, dovranno essere discussi in seno all'Organizzazione Mondiale del Commercio.

Continuano intanto ad esprimere dubbi in merito all'accordo le società civili del continente e molte organizzazioni non governative. "Può darsi che si sia data una nuova impronta all'ALCA qui a Miami" - ha affermato Phil Bloomer, direttore della campagna Oxfam sul commercio internazionale - "ma continuano a non esservi risposte nei confronti delle necessità dei poveri".

"Marciamo uniti con gli operai per dire no a questo ALCA nel quale i più grandi impongono le proprie regole sui più piccoli" gli ha fatto eco Fernanda Castejon, sempre di Oxfam, intervistata durante la manifestazione che i sindacati americani hanno organizzato in concomitanza con l'incontro di Miami. Quest'utlima si è inoltre soffermata su momenti di tensione e violenza tra polizia ed alcuni piccoli gruppi di manifestanti. "Condanniamo la violenza: non fa altro che distrarre l'attenzione su questioni molto più gravi che devono emergere chiaramente". [DS]

Altre Fonti: NoAlca.

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