America Latina: incontro emisferico contro l'Alca

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Si sta svolgendo in questi giorni a l'Avana il terzo "Incontro emisferico di lotta contro l'Area di libero commercio continentale" (Alca). 800 i delegati in rappresentanza di tutto il continente americano che tra il 26 e il 29 gennaio cercheranno un accordo tra i movimenti sociali che si collocano nel cartello dell'Alleanza continentale decisa a dire no all'idea di un mercato unico potenziale di circa 800 milioni di persone, dall'Alaska alla Terra del Fuoco.

Alla riunione di Miami, nel novembre scorso l'Alleanza Continentate già aveva fatto avere ai ministri convenuti una proposta di integrazione tra i Paesi americani alternativa all'Alca. Oggi Osvaldo Martinez, presidente della commissione organizzatrice dalla Capitale cubana sostiene che "l'Area di libero commercio continentale è una tragedia che si può evitare (...) poichè tale proposta sostenuta dagli Stati Uniti altro non è che un progetto di dominazione continentale e uno schema per operare un saccheggio sistematico della regione".

Intanto è entrato in vigore il primo gennaio il trattato di libero scambio fra Cile e Stati Uniti. Secondo Cartamondo "quello avviato con il Cile del socialista Lagos è un patto che spalanca le frontiere ai prodotti nordamericani a discapito della produzione locale e regala nuovi benefici alle multinazionali straniere installate nel paese australe".

E degli effetti negativi del Trattato si sentono particolarmente investiti i Mapuche, che temono un ulteriore aggravamento della situazione forestale sulle loro terre. Negli Usa, attualmente principali importatori di legname cileno, l'apertura delle frontiere con il Cile potrebbe sollecitare un aumento della domanda di materia prima, il che significa, per i Mapuche, una ulteriore distruzione del territorio indigeno, dove si concentra la maggior parte delle risorse forestali del paese. [RB]

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