Ambiente: 3 navi per 3 emergenze, preoccupa la Legge Delega

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Tre navi di Greenpeace per tre differenti emergenze ambientali: sono l' Esperanza, Rainbow Warrior e Arctic Sunrise. Salpata il 21 gennaio da Londra, L'Esperanza si muoverà per i mari del nord Atlantico per indagare sulle cause delle catture accidentali di cetacei: ogni anno circa 10.000 tra delfini e focene cadono vittime delle reti dei pescatori in quest'area.

Rainbow Warrior arriva invece in Malesia, a Giacarta, per ribadire l'impegno ambientalista a favore delle foreste primarie. Il prossimo mese si terrà, infatti, in Malesia la COP7 la Conferenza delle parti della Convenzione sulla biodiversità (CBD), uno dei Trattati internazionali sorti in seguito al Vertice sulla Terra di Rio de Janeiro.

Da Punta Arenas, in Patagonia, salperà invece la "Arctic Sunrise" un rompighiaccio che effettuerà una spedizione scientifica per monitorare lo scioglimento dei ghiacciai. Nel corso degli ultimi 40 anni i ghiacciai della regione cilena hanno subito un arretramento di 500 chilometri quadrati.

Se gli ambientalisti mondiali sono oggi impegnati su queste emergenze, per il mondo ambientalista italiano è la 'Legge Delega sull'ambiente' a costituire ''un rischio altissimo'' per l'ambiente stesso. "Nessun Governo aveva mai avanzato una richiesta di delega così ampia" - denunciano le associazioni ambientaliste e da Wwf a Legambiente, da Italia Nostra a LIPU, da Greenpeace ad Amici della Terra - hanno avviato azioni comuni per chiedere ai Senatori di restringere i poteri della delega e di chiarirne meglio le competenze.

Gli ambientalisti avevano proposto un testo alternativo per limitare l'ambito della delega, limitare l'esclusione del Parlamento, stralciare le norme immediatamente efficaci. Tra queste ultime: la concessione in sanatoria in aree vincolate quale strumento ordinario, l'incenerimento indiscriminato dei rifiuti solidi urbani anche in cementifici e impianti di cogenerazione elettrica, il riutilizzo nelle acciaierie dei rottami ferrosi come materia seconda, senza tener conto del fiorente mercato illegale, più volte segnalato dalle forze di polizia, di scarti metallurgici anche contaminati.

Sulla scelta del Governo di affidare il riordino dell'intera normativa ambientale ad un "pool" di tecnici esterni escludendo sia il Parlamento che lo stesso Ministero dell'Ambiente dai propri compiti istituzionali ha sollevato critiche anche la Cei (Conferenza Episcopale Italiana). [RB]

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