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Algeria: Amnesty denuncia le discriminazioni contro le donne
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In un documento inviato oggi alle Nazioni Unite, Amnesty International accusa il governo algerino di non aver saputo proteggere le donne dallo stupro, dai pestaggi e dalla diffusa discriminazione legale ed economica. Il documento, inoltre, descrive le conseguenze per le donne delle mancate indagini e incriminazioni nei confronti dei responsabili delle migliaia di "sparizioni" avvenute nel corso del brutale conflitto interno degli anni Novanta.
"A migliaia di donne viene negato il diritto a una vita normale. Sono lasciate nell'agonia di non conoscere la sorte dei loro mariti, figli, padri e fratelli" - ha dichiarato Andrea Maurano, coordinatore Algeria della Sezione Italiana di Amnesty International. Secondo l'organizzazione per i diritti umani, le donne algerine hanno scarse speranze di ottenere giustizia e riparazione per gli abusi che hanno subito; le leggi e le prassi vigenti continuano a discriminarle e a facilitare la violenza nei loro confronti.
Il documento di Amnesty International è indirizzato al "Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione contro le donne", organismo che domani prenderà in esame il modo in cui l'Algeria ha applicato la Convenzione delle Nazioni Unite per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (Cedaw). Un rappresentante di Amnesty International sarà presente, in qualità di osservatore, alla sessione del Comitato, che si protrarrà per tutto il mese di gennaio.
Le principali conclusioni del documento di Amnesty International, basato su interviste con donne algerine sopravvissute alla violenza e su colloqui con una serie di organizzazioni e attivisti per i diritti umani all'interno e all'esterno del paese, sono le seguenti:
- le disposizioni discriminatorie del Codice di famiglia facilitano la violenza contro le donne, legittimano comportamenti discriminatori e rendono particolarmente difficile per le donne affrontare le conseguenze dei vasti abusi dei diritti umani;
- continuano a mancare indagini esaurienti sulle denunce di stupro e di altre forme di violenza sessuale, con la conseguente assenza di incriminazioni nei confronti dei responsabili;
- l'addestramento delle forze di polizia, dei giudici e degli altri pubblici ufficiali che si occupano di casi di violenza sessuale e di violenza domestica è inadeguato;
- nonostante il trauma psicologico e la riprovazione sociale cui vanno incontro, l'assistenza pubblica nei confronti delle donne è praticamente inesistente;
- a seguito della "sparizione" di un parente maschio, migliaia di donne vivono in condizioni economiche assai difficili, aggravate da leggi che negano loro, in larga parte, l'accesso alle pensioni, ai risparmi e alle proprietà;
- ci sono leggi discriminatorie come quella che prevede il dovere giuridico di obbedire al marito e la prerogativa, concessa al coniuge, del divorzio unilaterale senza alcun obbligo di pagare gli alimenti o l'alloggio.
"Al governo algerino manca la volontà politica di proteggere le donne dalla violenza. Le riserve che l'Algeria ha posto alla Cedaw costituiscono un grave limite alla garanzia dei fondamentali diritti umani delle donne e devono essere ritirate" - ha concluso Maurano. [GB]