Albania: morti in mare per il sogno italiano

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Pronti a rischiare la morte pur di poter realizzare il sogno italiano. E' il tragico destino di molti giovani albanesi che affrontano il canale d'Otranto su fragili imbarcazioni. Osservatorio sui Balcani offre un punto di vista albanese sulla recente tragedia nella quale 21 persone hanno perso la vita e 7 rimangono tutt'ora disperse.

Una notte in mare in balia delle onde con i motori del gommone che li trasportava in avaria. Così hanno perso la vita per congelamento e stenti 21 migranti che cercavano di raggiungere le coste italiane. "Un'ulteriore incidente che conferma il legame tra la criminalità organizzata che gestisce i traffici ed alcuni funzionari di polizia pronti a chiudere un occhio" afferma Artan Puto, corrispondente albanese dell'Osservatorio sui Balcani "uno dei due scafisti arrestati era addirittura figlio di un commissario anti-terrorismo della polizia di Scutari e parente del capo della polizia di Valona, anch'esso agli arresti".

Fatos Lubonja, intellettuale albanese vincitore del Premio Moravia 2002, non si stupisce della recrudescenza in Albania del traffico di persone. "Solo chi non conosce bene l'Albania, può meravigliarsene. L'Albania non è un paese in transizione che si avvia verso la liberaldemocrazia e il libero mercato. L'economia albanese smuove 2 miliardi di dollari. Di questi solo 350 milioni derivano dall'economia legale. Altri 350 provengono dal traffico di droga ed esseri umani, 175 milioni dalla prostituzione e 600 dalle rimesse degli albanesi che lavorano all'estero".

Secondo Lubonja negli ultimi anni il traffico di persone sarebbe stato meno evidente perché il governo albanese si è trovato stretto fra le pressioni dell'economia criminale e quelle dell'Occidente. "Si è allora trovato il modo di rendere i traffici meno visibili, anche concentrandosi di più sul traffico di droga che su quello esseri umani".

Il traffico di persone attraverso il canale d'Otranto, iniziato nel 1992, ha provocato sino ad ora la morte di circa 200 albanesi, ciascuno colpevole di aver sognato di raggiungere le coste italiane. [DS]

Altre fonti: Il Manifesto;

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