www.unimondo.org/Notizie/Albania-dure-critiche-di-Ue-e-Usa-su-riforme-e-criminalita-61729
Albania: dure critiche di Ue e Usa su riforme e criminalità
Notizie
Stampa
Hanno suscitato vivaci reazioni le critiche del Governo olandese, attualmente alla presidenza dell'Unione europea, sulle riforme in atto in Albania. In una dichiarazione pubblicata il 14 settembre, la presidenza dell'Unione ha definito le riforme come "ampiamente insufficienti": "È preoccupante notare che il progresso per mettere in atto le riforme è insufficiente" - afferma la dichiarazione olandese. Nel mirino vi sono soprattutto la questione della riforma elettorale, la lotta alla criminalità organizzata, l'accesso nei media e il rispetto dei diritti umani e delle minoranze.
Non è la prima volta che l'Ue avanza delle critiche verso il governo di di Tirana. "La novità nella dichiarazione olandese è il tono usato, che non è più quello diplomatico dei suggerimenti, ma critico, a volte addirittura minaccioso. Inoltre la dichiarazione è giunta in Albania come una stangata: abituati alla prassi europea che avverte con una settimana di anticipo i politici interessati sul contenuto delle proprie dichiarazioni, a Tirana questa volta sono rimasti di stucco" - riporta Indrit Maraku per l'Osservatorio sui Balcani.
Alle parole dure dell'Olanda hanno fatto eco anche gli Usa e l'Osce (Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa) che hanno appoggiato pienamente le critiche olandesi. "Gli Stati Uniti condividono le preoccupazioni dell'Ue riguardo al ritmo insufficiente delle riforme" - hanno fatto sapere dall'ambasciata americana nella capitale albanese, aggiungendo che "tutti i politici sono responsabili in egual misura della preparazione per le elezioni politiche" del giugno 2005, ritenute come "esame" per l'integrazione. Le due dichiarazioni, della presidenza olandese dell'Ue e del governo statunitense, auspicano che ''le prossime elezioni si svolgano conformemente agli standards internazionali ed in modo trasparente in tutto il paese''.
Va ricordato che, grazie alla mediazione dell'Osce, lo scorso luglio i due partiti principali, i socialisti del premier Fatos Nano ed i democratici dell'ex presidente Sali Berisha, raggiunsero un'accordo sulle modifiche del codice elettorale in base alle raccomandazioni fatte dagli esperti internazionali. Ma i conflitti politici fra i due partiti stanno bloccando l'andamento della riforma. ''L'Ue nota con preoccupazione che il processo non sta andando avanti con i ritmi richiesti - si legge nella dichiarazione della presidenza olandese - tutti i politici hanno la stessa responsabilità nella preparazione e nella gestione di queste elezioni, il cui fallimento sarebbe un serio ostacolo per le relazioni fra l'Albania e l'Unione europea''.
Tramite il ministro dello Stato per la Coordinazione, Marko Bello, il Governo ha espresso disappunto riguardo alle critiche mosse nei suoi confronti. "Ci sarebbe piaciuto che la Presidenza olandese avesse tenuto conto nelle sue osservazioni di tutte le altre informazioni sull'operato dell'esecutivo, del legislativo e del giudiziario, che collaborano e vengono assistiti da istituzioni europee, conosciute e apprezzate anche da altri Paesi membri dell'Ue" - ha detto il ministro. Meno diplomatico il mondo dei media locali che hanno definito il tono della dichiarazione come "negativo, per niente dignitoso e offensivo nei confronti di uno Stato sovrano", mentre alcuni opinionisti hanno richiamato la "politica balcanica sbagliata" di Amsterdam. I giornalisti albanesi non si spiegano inoltre come mai per gli europei il processo delle riforme si sia stoppato nel giro di un mese, considerato che fino ad un mese fa tutte le dichiarazioni di vari leader europei, compreso il ministro degli esteri olandese, apprezzavano "i passi avanti dell'Albania".
Sia l'Ue che gli Stati Uniti concordano inoltre che l'Albania non stia facendo registrare ''il dovuto progresso per implementare le riforme, specialmente in campi vitali per il futuro del paese quale la lotta al crimine organizzato ed ai traffici''.
E proprio su questi temi nei giorni scorsi i ministri della Giustizia dei paesi dei Balcani si sono incontrati a Tirana per discutere una strategia comune nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione - riporta Ansa Balcani. Il sottosegretario alla Giustizia italiano Jole Santelli ha apprezzato ''l'accordo aggiuntivo per il trasferimento delle persone condannate'' che dal 24 giugno scorso consente di rimpatriare gli albanesi detenuti in Italia, e naturalmente gli italiani che fossero detenuti in Albania.
Attualmente sono circa 3000 gli albanesi reclusi nelle prigioni italiane, parte dei quali ancora in attesa di giudizio. Al termine del vertice i ministri della Giustizia dei Balcani hanno approvato una risoluzione con la quale dichiarano il loro ''pieno sostegno nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione'' concordando sulla necessità di accordi bilaterali sull'estradizione e della collaborazione regionale fra le diverse autorità giudiziarie. I ministri si sono inoltre impegnati ad uniformare le rispettive normative per consentire in tutta la regione il sequestro dei beni provenienti dalle attività criminali. [GB]