Aids: iniziative contro l'Hiv in Africa

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Il 1° dicembre è la data scelta dall'Onu come "Giornata Mondiale di Lotta all'Aids". Ogni anno l'Unaids (l'agenzia dell'Onu che si occupa di Aids), invita la società civile di tutto il mondo a creare momenti di sensibilizzazione sulla problematica dell'Aids. Quest'anno lo slogan scelto è "Live and Let Live", un invito a combattere le discriminazioni che in tutto il mondo colpiscono ancora fortemente le persone affette da questa malattia.

Secondo le ultime statistiche diffuse dall'Unaids e dall'Oms, le persone che oggi vivono con l'Aids sono 42 milioni, di queste quasi 3 milioni sono bambini. Tra le iniziative che preparano la Giornata del 1° dicembre l'Unicef propone la presentazione del suo ultimo Rapporto sull'Hiv/Aids "Le generazioni orfane dell'Africa" incentrato sulle conseguenze devastanti dell'Aids in Africa, dove tale epidemia mette in pericolo i diritti ed il benessere di migliaia di bambini, come le prospettive generali di sviluppo degli stessi paesi.

Lila Cedius pubblica invece in questi giorni sul suo sito web i resoconti dei collaboratori Claudia Sala e Giosué De Salvo attivi in Sudafrica dove Lila Cedius sta conducendo insieme ad un'organizzazione locale un progetto di riduzione della trasmissione dell'Hiv da madre a figlio (durante la gravidanza, il parto e l'allattamento). La notizia dell'adozione di un Piano nazionale per la cura e il trattamento dell'Aids da parte del ministero della salute sudafricano è raccontata con soddisfazione da Lila Cedius che ricorda le battaglie degli attivisti e delle organizzazioni della società civile sudafricana, volte a chiedere un impegno preciso al Governo per garantire una cura adeguata ai malati e fornitura di medicinali (la Nevirapina) per la prevenzione della trasmissione del virus da madre a figlio.

Anche l'Organizzazione umanitaria internazionale Medici Senza Frontiere (MSF) si è impegnata a collaborare con il Governo sudafricano per l'applicazione del Piano nazionale, convinta che uno sforzo di queste dimensioni richiede il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti impegnati nella lotta all'Aids, incluse le associazioni dei pazienti.
"La Treatment Action Campaign (TAC) mobiliterà le comunità locali affinché comprendano e promuovano questo piano" - ha detto Nomfundo Dubula, educatore della TAC. "Bisognerà spiegare chiaramente alle persone come funziona il nuovo piano: se lo capiranno la partecipazione e il sostegno saranno immediati. La gente qui è davvero stanca di tutta questa sofferenza e della morte che semina l'Aids". [RB]

Altre fonti: Lila Cedius, Unaids

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