Agricoltura: gli Ogm nei paesi in via di sviluppo

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Azione Aiuto/ActionAid International, organizzazione internazionale indipendente impegnata nella lotta alla povertà, ha diffuso un rapporto "GM Crops: Going Against the Grain" in cui esamina criticamente il luogo comune sugli Ogm che allevierebbero la povertà e aumenterebbero la sicurezza alimentare nei Paesi in via di sviluppo.

Il testo evidenzia come gli Ogm non servono per combattere la fame nel mondo, piuttosto costituiscono una minaccia alla biodiversità, ai diritti fondamentali e alla sopravvivenza degli agricoltori nel mondo.

Action Aid però non si ferma a queste considerazioni e propone strategie alternative per risolvere il problema della fame con tecnologie appropriate, ricerca in agricoltura a cura del settore pubblico, normative che riducano il controllo dei gruppi industriali sul cibo, protezione della biodiversità e dei diritti intellettuali.

In questi giorni a Kuala Lumpur, in Malesia i governi firmatari della Convenzione sulla Biodiversità e i governi firmatari del Protocollo di Cartagena, discutono sul Protocollo per la Biosicurezza, che regola gli scambi internazionali di organismi geneticamente modificati. Azione Aiuto propone una petizione on-line da inviare al ministro dell'ambiente Matteoli per chiedere che i nostri rappresentati presenti all'incontro di Kuala Lumpur non accettino l'avvio della commercializzazione dei semi Terminator.

Intanto in India i contadini accusano la Monsanto di aver "rubato" - attraverso il brevetto Ep445929 depositato a maggio allo European Patent Office - il frumento Nap Hal, con cui da secoli viene prodotto il "Chapati", il loro croccante e gustoso pane nazionale. Dietro lo scontro si nasconde una svolta che può essere decisiva. La brevettazione di una specie vegetale non geneticamente modificata può infatti aprire la strada ad un fenomeno che negli Stati Uniti è già realtà: le piante normalmente usate in agricoltura possono essere brevettate e gli agricoltori sono così chiamati a pagare royalties alle grandi aziende che hanno provveduto a depositarne il diritto di proprietà intellettuale.

Secondo Greenpeace, il brevetto della Monsanto sul Nap Hal è un atto di biopirateria poichè il frumento indiano sarebbe il risultato di una selezione operata negli anni dai contadini e non della manipolazione genetica in laboratorio. Greenpeace chiede quindi all'European Patent Office di rivedere la sua decisione. [RB]

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