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Agire Ora: contestazione al congresso mondiale dei primatologi
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A Torino, il Centro Congressi del Lingotto ospita quest'anno - dal 23 al 28 agosto - il congresso mondiale di primatologia. A un non addetto ai lavori questo termine richiama alla mente persone che si occupano del benessere delle scimmie che vivono in natura, persone che cercano di proteggere l'ambiente in cui queste specie in pericolo vivono, che si occupano di osservare gli scimpanzè o i gorilla liberi, come le famose Jane Goodall e Dian Fossey.
E andando sulla home page dell'API, Associazione Primatologica Italiana, che organizza l'evento assieme all'Associazione Primatologica Internazionale sembra ancora così. Si parla di conservazione, di specie in pericolo. C'è il banner di "Action for Apes", una associazione che protegge i primati e si batte contro la loro cattura e ogni loro uso in cattività, soprattutto nei laboratori di vivisezione. C'è il banner "Most Endangered Primates" che porta a una mappa delle specie in pericolo. C'è perfino il bellissimo poster che ha vinto il premio API 2000, che si intitola "Così come noi" e che mostra le similitudine tra gli scimpanzè e gli umani, ci fa capire quanto questi animali siano sensibili, intelligenti, sociali e amorevoli coi loro simili.
Per questo è ancora più agghiacciante quanto si scopre su questa associazione andando a leggere le news del loro sito e il programma del loro convegno. Si scopre che sì, ci sono primatologi che si occupano di conservazione dell'habitat, ma altri, nella stessa associazione e ottimamente rappresentati al convegno, si occupano, invece, di tenere prigionieri gli animali in laboratorio per esperimenti di vario genere, dai test psicologici a quelli biomedici.
Tutti appassionati di primati, sì, ma solo per USARE questi animali come fossero al nostro servizio. Secondo loro, è del tutto lecito catturare animali, o farli riprodurre in cattività, per "scoprire" tramite esperimenti psicologici le cose più ovvie. O per farli ammalare artificialmente delle più svariate malattie e poi studiarli facendo finta che siano umani - ma non lo sono! Soffrono come gli umani, ma sono fisicamente diversi.
Così, troviamo tra le "Main Lectures" del congresso "Chimpanzee mind: a synthesis of field study and laboratory study" che ci illustra gli "interessanti" studi condotti sui primati tenuti prigionieri in laboratorio, cui è stata negata una vita in natura.
La tavola rotonda di martedì parla di esperimenti sui primati per indagare sul funzionamento dei loro neuroni nel processo di apprendimento imitativo ("Mirror neurons: insights into imitative process"). Un'altra tavola rotonda tratta dell'"acquisizione, cura e allevamento dei primati non umani: revisione delle linee guida internazionali e dei regolamenti dell'IPS": si parlerà di come catturare i primati in natura, come spedirli, in che gabbie tenerli, come effettuare esperimenti su di loro, ecc. Ma è con la tavola rotonda "Benessere dei primati non umani nella ricerca biomedica" che si raggiunge il massimo dell'ipocrisia: si accetta che i primati siano usati in esperimenti in vivo (detti anche di vivisezione), ma si danno linee guida per il loro "benessere"! Non è certo con qualche ramo, pezzo di legno o pietoso giocattolo di gomma nelle anguste gabbie di metallo, che si può dar loro "benessere"!
In Europa sono più di 9.000 ogni anno (decine di migliaia in tutto il mondo) i primati trasportati nei vari laboratori, chiusi in piccolissime gabbie per decine di ore dentro le stive degli aerei. Non è raro che ne muoiano durante il viaggio, e tra cattura, viaggio, quarantena, adattamento, in certi casi solo uno su dieci sopravvive. Gli animali arrivano sia da colonie libere in natura che da allevamenti in cattività, da ogni parte del mondo: Filippine, Indonesia, Mauritius, Cina, Kenya, Israele, Stati Uniti, ecc. Il giro d'affari di questo mercato di esseri viventi sensibili e innocenti è enorme, a cui si aggiunge tutto l'indotto di gabbie, oggetti per l'"arricchimento" dell'habitat - penoso alibi cui si aggrappa chi sfrutta e imprigiona questi animali - mangimi, strumenti vari, corsi per la "manipolazione" delle scimmie, ecc.
Due allevamenti che recentemente sono stati indagati a lungo sono il LABS della Virginia (USA) e Inquatex, in Indonesia. Il primo acquistò dallo stabilimento indonesiano 2.300 scimmie, spedite, in più carichi, dall'Indonesia agli USA tramite un viaggio aereo di 26 ore, più un viaggio in camion di oltre 1300 km. Spedizioni illegali di scimmie incinte e con cuccioli giovanissimi, animali arrivati morti, mortalità altissima dopo l'arrivo (81 scimmie morte su 220 nella spedizione di febbraio 1997, 97 su 253 ad aprile e 66 su 253 a giugno), scarsa cura negli stabilimenti LABS, oltre a veri e propri maltrattamenti, portarono a denunce contro queste due società. Alla fine solo LABS venne processata, ma non tanto per maltrattamenti agli animali quanto per aver licenziato alcuni dipendenti che avevano denunciato la situazione al comitato etico interno. Solo dopo 5 anni (nel 2002) LABS, oltre a 3 suoi dirigenti, venne incriminata, per la cattura di scimmie selvatiche e per la spedizio!
ne di cuccioli troppo giovani. Sia LABS che Inquatex attualmente continuano comunque il loro commercio. In compenso alcuni dipendenti LABS sono diventati convinti antivivisezionisti e hanno lasciato il posto.
L'Associazione Primatologica Italiana e quella internazionale sostengono e approvano l'uso di primati in laboratorio, il che significa sostenere questo commercio di primati che causa ogni anno decine di migliaia di morti di esseri senzienti e intelligenti, precedute da sofferenze atroci. E allo stesso tempo ha il coraggio di sostenere progetti di conservazioni e parlare di "rispetto" per i primati e sottolineare la similitudine con gli umani in termini psicologici e sociali.
Per questo, giovedì 26 agosto alle ore 17.00 è indettata una manifestazione di protesta degli attivisti di Torino contro la vivisezione, davanti all'ingresso del convegno. "Vogliamo accogliere degnamente questi importanti studiosi" affermano gli attivisti di AgireOra-Piemonte "per far sapere loro quanto rispettiamo il loro lavoro e la loro coerenza nel proteggere gli habitat dei primati da una parte, e dall'altra impegnarsi con zelo nel catturare gli stessi animali e segregarli nei laboratori per esperimenti di ogni genere. Vogliamo anche plaudere al loro impegno nell'assicurare il 'benessere' agli animali in laboratorio. Siamo certi che con gabbie di qualche centimetro più grandi con qualche pezzo di legno dentro, la loro vita sarà davvero tutt'altra cosa, e gli animali saranno loro grati per sempre. Invitiamo tutte le persone che la pensano allo stesso modo a unirsi a noi nel presidio che abbiamo organizzato in via Nizza 280, ingresso del Centro Congressi. I primatologi si faranno vedere o passeranno dall'ingresso di servizio?"
Fonte: AgireOra