Afghanistan: ancora scontri, Unhcr sospende l'attività

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Domenica scorsa diversi manifestanti hanno attaccato la sede dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) a Herat. "Il personale dell'agenzia si è subito rifugiato in un bunker sotterraneo, mentre la folla saccheggiava gli uffici e gli edifici circostanti. Anche le sedi delle altre agenzie delle Nazioni Unite a Herat sono state attaccate e le forze di sicurezza hanno impiegato diverse ore prima di poter mettere in salvo il personale" - riporta un comunicato dell'agenzia delle Nazioni Unite.
In seguito a questi attacchi l'Unhcr ha deciso oggi di sospendere tutte le operazioni nella regione e tutto lo staff è stato trasferito nella capitale Kabul. "Questa sospensione giunge nel momento peggiore" - ha dichiarato l'Alto Commissario Ruud Lubbers - "proprio quando sempre più rifugiati afghani stanno rimpatriando e a poche settimane da elezioni che porranno le basi per il futuro del paese. Questo processo deve aver luogo in condizioni di sicurezza: è intollerabile che la vita di chiunque possa essere in pericolo".

L'ondata di violenza che ha provocato la morte e il ferimento di numerose persone, si è scatenata in seguito all'annuncio del presidente Hamid Karzai di deporre Ismail Khan dal ruolo di governatore per sostituirlo con Syed Mohammad Khikhah, ex-ambasciatore in Ucraina. Il potente e temuto ex governatore è conosciuto col titolo di "leone di Herat" per la tenacia con cui lottò contro l'occupazione sovietica negli anni Novanta. Sarebbe stata una folla ingente di circa 1000 persone, secondo quanto riferito dal capo della polizia locale all'agenzia AFP, mentre un corrispondente della stessa agenzia ha parlato di circa 200 o 300 dimostranti. Sia il presidente Karzai che il Segretario generale dell'Onu Kofi Annan hanno condannato l'accaduto e quest'ultimo ne ha attribuito la responsabilità ad "un piccolo gruppo che cerca di minacciare l'impegno del governo per ripristinare sicurezza e stabilità in questa parte del paese".

Filippo Grandi, il Vice rappresentante particolare del Segretario Generale in Afghanistan, dopo avere visitato il luogo dell'attacco, lo ha definito "davvero impressionante" - riporta un comunicato emesso oggi dall'agenzia Onu. Dall'inizio del programma di rimpatrio volontario dell'Unhcr, nell'aprile 2002, oltre un milione di rifugiati è rientrato in Afghanistan dall'Iran - comunica l'agenzia. Herat costituisce il primo punto di sosta all'interno dell'Afghanistan per i rifugiati che ritornano dall'Iran, ma nelle ultime settimane i recenti episodi di instabilità nella regione li hanno più volte costretti a rinviare il proprio viaggio di ritorno e nel mese di agosto, l'Unhcr è stato costretto a sospendere i propri convogli provenienti dall'Iran per diversi giorni a causa dei combattimenti intorno ad Herat.

E ieri nuovi scontri hanno interessato il distretto di Shinkay, nella provincia meridionale di Zabul, già nota alle cronache per i ripetuti attacchi sferrati contro le truppe della coalizione dalle riorganizzate sacche di resistenza talebane - riporta l'agenzia Warnews. Zabul è una delle roccaforti del movimento talebano ed è considerata zona ad alto rischio sia per i militari della coalizione sia per gli operatori umanitari presenti nel paese. Qui numerosissimi sono stati gli attacchi ad uffici governativi ed alle forze di sicurezza e lo scorso maggio 4 militari statunitensi sono stati uccisi da sospetti talebani.

Va ricordato che lo scorso luglio, dopo 24 anni di assistenza indipendente alla popolazione, Medici senza Frontiere ha deciso di lasciare l'Afghanistan in seguito all'uccisione dei suoi 5 operatori e alle continue minacce generate dalla confusione dei ruoli tra umanitari e militari. [GB]

Altre fonti: Warnews, UN News Centre

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