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Acqua: privatizzazione in aumento, proteste a Napoli
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Il 2005 è iniziato in Italia con gli aumenti delle tariffe di vari servizi tra cui l'acqua. Secondo il quotidiano economico "Il Sole 24 Ore" l'Italia ha il curioso problema di essere eccessivamente economica. In Puglia il servizio fognatura e depurazione per uso domestico passa da 0,39 centesimi a 0,43 centesimi e la quota fissa per modulo contrattuale sale da 11,58 a 12,34 euro. In Sardegna sono previsti aumenti graduali di almeno il 7% e si pagherà l'acqua a scadenze fisse come per le altre utenze e si dirà addio ai ritardi nella fatturazione. Nell'agricoltura dovrebbe sparire la cosiddetta tariffazione ad ettaro e si inizierà a pagare l'acqua secondo gli effettivi consumi. Aumenti che per il "Il Sole 24 Ore" verranno decisi a livello locale e che non derivano da spinte inflazionistiche o dal costo della "materia prima" ma dal voler remunerare le aziende erogatrici e stimolare i necessari investimenti.
Ma a Napoli è ripresa la protesta popolare dopo la delibera dello scorso 23 novembre dell'assemblea dei delegati dell'Ato2 - che raccoglie 138 sindaci locali - per la costituzione di una S.p.a. per una gestione mista del servizio idrico integrato controllata per il primo anno al 60% dal comune, successivamente al 51% e via via meno fino alla completa dismissione. La richiesta per una riconvocazione dell'assemblea dell'Ato portata dalle associazioni di Rete di Lilliput e
sostenuta tra gli altri dal padre Alex Zanotelli e da Rosario Lembo del Contratto Mondiale per l'acqua ha portato a il Sindaco di Napoli Iervolino e il Presidente della Provincia Di Palma a chiedere formalmente con una lettera la riconvocazione dell'Ato2 per ridiscutere la delibera con la quale si è privatizzata l'acqua. Intanto però il bando di gara è partito e l'apertura delle buste è prevista per il 7 febbraio.
Per dare forza a questa richiesta, in un'affollata assemblea tenutasi presso la Comunità di Vita Cristiana a Napoli venerdì 7 gennaio, si è costituito il "Comitato civico a difesa dell'acqua" che vede coinvolte molte associazioni della Rete di Lilliput, le Donne in Nero e la realtà dei precari e singoli cittadini. Tra i presenti anche Francesco Caruso dell'area dei disobbedienti che ha parlato di "gavettoni d'acqua per i politici" che vogliono privatizzare l'acqua. All'assemblea erano presenti anche gli operai del servizio idrico di Napoli che hanno parlato di un sicuro aumento delle tariffe del servizio idrico come è successo in altre città come a Palermo dove è partito un ricorso al TAR e ad Arezzo dove per tornare indietro il Comune deve pagare indennizzi agli attuali gestori. "A conclusione dell'assemblea si è lanciata la possibilità di indire una conferenza pubblica per informare la cittadinanza, visto che la stampa locale ha deciso di non dare spazio alle nostre richieste - ha dichiarato Salvatore Carnevale, il referente di Rete di Lilliput di Napoli che segnala la "censura" applicata dal quotidiano "Il Mattino", in quanto controllato dal costruttore edile Caltagirone direttamente interessato alla coordata finanziaria per la privatizzazione dell'acqua.
"Dopo dieci giorni dalla prima richiesta di incontro con il Sindaco Iervolino aspettiamo una risposta per un'incontro chiarificatore, visto che il bando di privatizzazione è partito" ha dichiarto Salvatore Carnevale - referente di Rete di Lilliput di Napoli.
In risposta a queste richieste della società civile sono arrivate dai partiti della sinistra varie prese di posizione. Mentre i Verdi stanno sostenendo la riconovocazione dell'assemblea dell'Ato2 chiedendo una revisione della delibera, Rifondazione Comunista ha annunciato che lunedì 10 presenterà un ricorso legale per chiederne l'annullamento. Il partito dei Comunisti Italiani oltre al ricorso hanno detto che richiamerà alle responsabilità politiche della decisione che vede distanti i partiti all'interno della GAD - Grande Alleanza Democratica.
Con uno sguardo più globale possiamo vedere che alcune multinazionali, come la Suez/Lyonnaise des Eaux e Vivendi hanno già 110 milioni di clienti in più di cento paesi e aspirano ad accaparrarsi il 75% del mercato nei prossimi anni con l'aiuto della Banca Mondiale, che impone regolarmente tra le condizioni alle quali è disposta ad erogare i suoi finanziamenti capestro la privatizzazione delle utilities, acqua, energia, comunicazioni. Nel 2005, infatti, all'interno degli accordi Gats dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, si discuterà della privatizzazione dei servizi, l'acqua tra questi; e per ora i paesi europei hanno espresso la loro posizione definita nella Direttiva Bolkenstein che aprirebbe alla liberazlizzazione di tutti i servizi.
In opposizione a questa direttiva le reti della società civile lanciano con un appello la campagna di pressione che sarà presentata martedì 11 gennaio a Roma in una conferenza stampa. [AT]
Altre fonti: Contratto Mondiale per l'acqua, Attac