Acqua: politica di perdite e il caso San Benedetto

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E' stato presentato alla Camera il rapporto annuale del Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche secondo cui migliora la disponibilità di acqua negli invasi, soprattutto al Sud, mentre è insoddisfacente lo stato della rete fognaria, che copre solo l'84% della popolazione, e della depurazione, che ne copre appena il 73%. In Italia l'uso potabile, pari al 19% del prelievo idrico complessivo del paese, può contare su una rete pressoché esaustiva, con il 96% degli italiani serviti dagli acquedotti, e su una disponibilità di acqua pro-capite che supera almeno i 260 litri al giorno. Acqua buona che per l'85% è proveniente da pozzi e sorgenti e solo per il 15% ricavata da corsi superficiali e da invasi. Sul fronte delle perdite secondo il Comitato si raggiunge il 42% dell'acqua immessa nelle tubature. Tra le proporzioni delle cause troviamo un mix di perdite fisiche involontarie, volontarie, allacciamenti abusivi e usi non contabilizzati. Sul fronte economico, se i costi del servizio per l'intero ciclo dell'acqua e i livelli di occupazione mostrano una crescita del settore, l'andamento degli investimenti pubblici invece ha registrato tra il 1993 e il 2001 un trend negativo.

Legambiente, per voce del presidente Roberto Della Seta, dichiara che ci sono "troppe perdite di rete, troppi scarichi non depurati e investimenti decisamente troppo bassi". Secondo l'associazione ambientalista il governo ha addirittura diminuito gli investimenti nel settore idrico e quindi se quest'estate non si rimarrà a secco, lo si dovrà soltanto a un'annata molto piovosa, che ha fatto salire il livello di acqua negli invasi, e non certo alle azioni messe in campo dalle amministrazioni centrali e periferiche. Alla fine di maggio, il volume di acqua rispetto all'anno scorso è raddoppiato nei principali invasi siciliani ed è quadruplicato in Basilicata, Puglia e Sardegna, raggiungendo una capacità di invaso dell'89%. Legambiente chiede pertanto che venga adottato al più presto un piano straordinario sia per la manutenzione delle reti di adduzione e di distribuzione, sia per il completamento della rete di fognature e degli impianti di depurazione.

Sempre di acqua si è parlato nella Commissione Tecnica della Regione Veneto che giovedì si è riunita a Venezia per non decidere sul tema della concessione del permesso alla San Benedetto di estrazione di acque minerali, in località Padernello di Paese (Treviso). Il giorno dell'incontro alcuni attivisti del Venezia social forum hanno disseminato decine di bottiglie d'acqua minerale con tanti piccoli cartelli, su cui è scritto "Dissesto geologico, furto d'acqua, vampiri d'acqua". ''La prevista estrazione di oltre tre milioni e mezzo di litri d'acqua al giorno - ha dichiarato la coordinatrice Michela Vitturi del VSF - causerà danni gravissimi al vicino parco del Sile, creando un dissesto all'equilibrio geologico e di falda della zona".

L'estrazione di oltre 3.5 milioni di litri al giorno nel più grande stabilimento di acqua minerale d'Europa ridurrà la portata del Sile e getterà in esso acque di lavorazione. Nei giorni precedenti la riunione della Commissione era stato promosso un appello che invitava a spedire un email ai consligeri regionali coinvolti nella vicenda. Inoltre è stato chiesto al Sindaco di Venezia e al Presidente della Provincia di Venezia, in quanto firmatari dell'adozione della Carta dell'Acqua di intervenire presso la Giunta regionale del Veneto con la richiesta di non concedere in via definitiva il permesso di prelevare ulteriore acqua nella zona interessata. [AT]

Altre fonti: Venezia Social Forum, La Nuova Ecologia

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