Acqua: il costo politico della privatizzazione

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Per una 'nuova cultura dell'acqua' è il titolo della Dichiarazione europea che lo scorso 14 gennaio è stata firmata da oltre 130 persone tra cui rappresentanti delle istituzioni del Comune e Provincia di Roma. "Un documento - raccontano gli organizzatori - che analizza lo stato attuale della gestione delle acque e individua proposte per una sostenibile ed equa gestione dell'acqua in Europa e nel mondo, basandosi sui principi della Direttiva Europea Quadro sulle Acque 2000/60/CE". Partita dalla Spagna nel 2003, la dichiarazione ha coinvolto il Gruppo 183 in una diffusione in Italia nell'intento di integrare nel proprio testo le istanze e le problematiche delle varie aree geografiche europee accomunate da simili problemi e proposte di gestione. Tra le organizzazioni che hanno dato il loro supporto ci sono la Commissione Europea, Unesco, Greenpeace, Iucn, Wwf, Eureau, European River Network, Green Cross, Friends of the Earth.

Da un cartello di organizzazioni aderenti al Contratto mondiale per l'acqua viene promossa una ai segretari dei partiti della GAD, la 'Grande alleanza democratica' del centrosinistra, affinchè non si ceda alle pressioni finalizzate ad affermare la privatizzazione e l'affidamento al libero mercato della gestione della risorsa idrica come la soluzione più efficace per garantire l'accesso all'acqua per tutti. "Nel giro di poche settimane abbiamo visto la privatizzazione dell'acqua di Napoli, il tentativo in Lombardia di privatizzare l'acqua della città di Lodi - all'interno di una holding con Mantova, Cremona, Pavia, per il momento fermato dai movimenti - , il caso di Bergamo, con l'assorbimento della società cittadina nella holding ASM di Brescia deciso alla vigilia di Natale con un voto di fiducia". In funzione anche delle prossime scadenze elettorali le associazioni impegnate a difesa dell'acqua come bene comune, chiedono ai partiti, ai singoli parlamentari ed ai candidati, di assumere l'impegno ad inserire il riconoscimento dell'acqua come un diritto ed il confronto sulla gestione pubblica dei servizi idrici. Inoltre nella lettera viene chiesto a tutte le forze politiche, ai sindaci ed agli amministratori a livello locale di congelare ogni decisione a livello di scelta di affidamento delle gestione dei servizi idrici, soprattutto in quelle Regioni dove sono previsti le prossime scadenze elettorali.

Grazie alla mobilitazione dei cittadini, nel corso del 2004 alcuni successi significativi si sono già registrati: la nuova legge sull'acqua come servizio pubblico in Belgio, la vittoria del referendum contro la privatizzazione dell'acqua in Uruguay, la scelta in Italia di alcune città e Province, a livello dei rispettivi ATO, per una gestione in house, la presentazione da parte di Movimenti ed Associazioni di una proposta di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato nella Regione Toscana, sono segnali positivi. A Ginevra, dal 17 al 20 marzo del 2005, in occasione del 2° Forum Alternativo Mondiale, i Movimenti impegnati sull'acqua presenteranno proposte rispetto ai 4 principi fondativi di un servizio pubblico mondiale:il diritto all'accesso all'acqua, il riconoscimento dell'acqua come bene comune, il finanziamento del diritto all'acqua, la democrazia partecipativa dei cittadini rispetto alla gestione. Infine nel 2006 i Movimenti dell'acqua saranno impegnati a realizzare a Bruxelles la 1° Assemblea Mondiale dei cittadini e degli eletti impegnati a difesa dell'acqua.

Ma da Napoli, dopo la costituzione del Comitato Civico per la difesa dell'acqua per difendere e promuovere la cultura della 'gestione in house' del servizio idrico integrato (depurazione, fognature e acqua), continua la richiesta di riconvocazione dell'assemblea del consorzio A.T.O. 2 in tempo utile (prima dell'apertura delle "buste" della gara di appalto sulla privatizzazione, prevista per il 7 febbraio) per ridiscutere la delibera del 23 novembre 2004. Nella lettera scritta dal Presidente della Provincia di Napoli e dal Sindaco del Comune di Napoli che chiede al presidente dell'ATO 2 una urgentissima riconvocazione dell'assemblea dei sindaci dell'ATO, non si parla di 'gestione in house' del servizio idrico. Da parte dei lavoratori della Napoletana Gas è stata espressa preoccupazione per i livelli occupazionali che l'operazione di privatizzazione comporterebbe con una perdita secca di oltre 1.000 posti di lavoro.

Durante l'assemblea costitutiva del 'Comitato Civico per la difesa dell'acqua' tenutasi lo scorso 7 gennaio è intervenuto il padre comboniano Alex Zanotelli dicendo che il caso di Napoli potrebbe essere di esempio per evitare "l'emulazioni" di disastri simili in campo nazionale. "Ho parlato con Iodice, presidente dell'ATO 2, che non intende riconvocare l'assemblea dell'Ato, in quanto vuole prima un colloquio chiaro sulla questione con il sindaco di Napoli" ha precisato Zanotelli che ha sottolineato l'importanza della battaglia anche a livello europeo e per questo chiede di allargare la questione a tutto il popolo napoletano attraverso azioni simboliche e mass-mediatiche non violente. Proposta rilanciata anche da Francesco Caruso dei Disobbedienti che propone di agire tutti insieme - movimenti, partiti e sindacati - in modo da potere sensibilizzare l'opinione pubblica a tutti i livelli. E sulla questione Alex Zanotelli chiede ai Partiti di tenere distinti i ruoli con la società civile e di porsi in una posizione di ascolto e di accoglimento delle istanze. Per il Comitato Civico rimane in programma un'assemblea Pubblica per la cittadinanza sull'evoluzione della privatizzazione dell'Acqua e finalizzata ad elevare il costo morale e quindi politico dei politici coinvolti nell'operazione privatizzazione per le prossime elezioni. [AT]

Altre fonti: Gruppo 183, Contratto Mondiale per l'Acqua

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