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Acqua: da Ginevra a Napoli, lettera per il voto
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Da Ginevra a Napoli forti sono i moniti della società civile contro la privatizzazione del servizio idrico. Il Comitato italiano per il contratto mondiale dell'acqua analizza in occasione del Forum mondiale alternativo dell'acqua il fallimento delle politiche Onu in materia dei modelli della privatizzazione e dell'affidamento al mercato ed alle imprese, scelto dalle stesse Nazioni Unite e praticato dai diversi Governi, attraverso i programmi di cooperazione internazionale, come strategia ed azione vincente per garantire "l'accesso all'acqua per tutti". "A New Delhi, nelle Filippine, in Uruguay, in Perù , in Olanda, in Argentina, e nella stessa Italia, come attestano le mobilitazioni di Firenze, di Napoli, di Messina, e di diverse altre città italiane, i cittadini scendono in piazza, costituiscono comitati civili e si mobilitano con petizioni, referendum nazionali e leggi di iniziativa popolare per contrastare la delega ai privati, da parte degli enti locali e degli Stati della gestione pubblica dell'acqua".
In riferimento alla presentazione della 2° Decade Internazionale di Azione delle Nazioni Unite arriva il commento di Rosario Lembo - segretario del Comitato italiano per il contratto - secondo cui "non si tratta più di promuovere la sensibilizzazione sull'importanza dell'acqua e affidare al mercato ed ai privati l'accesso all'acqua. Si tratta di praticare la scelta politica del riconoscimento dell'acqua come un diritto e come bene comune e di impegnarsi per un governo pubblico mondiale di questa risorsa che appartiene a tutti". Il Comitato italiano respinge quindi le politiche proposte dall'Organizzazione mondiale del commercio e dalla stessa Unione Europea - come peraltro espresso nella Dichiarazione finale del 2° Forum Alternativo di Ginevra - che vogliono includere l'acqua nella sfera dei servizi del commercio e delle regole del libero mercato, e contrastiamo gli accordi di commercio multilaterale o bilaterale e le politiche di privatizzazione e di partenariato pubblico-privato di accesso all'acqua messe in atto dalle istituzioni finanziarie internazionali".
"Con riferimento alla situazione italiana, in funzione delle prossime elezioni amministrative" dichiara Emilio Molinari- vice Presidente del Comitato italiano - invitiamo i cittadini, i gruppi, associazione a chiedere ai candidati ed alle coalizioni che amministreranno le nostre città ed i nostri territori, ed a subordinare il nostro voto rispetto a due precisi impegni: quello di garantire a livello locale una gestione pubblica dell'acqua, e la ripubblicizzazione dei servizi, e l'impegno a non accettare la presenza nelle società di gestione miste di soci, come Suez-Ondéo, Véolia, Nestlé, Abengoa, e Bechtel, che impongono la privatizzazione dei servizi e destabilizzano i processi di consultazione popolare e di difesa dell₀acqua nei paesi dell'America Latina, dell'Asia e dell'Africa.
Intanto a Napoli continua la proposta di privatizzazione del servizio idrico, osteggiata dall'attivazione della società civile che vede come capofila padre Alex Zanotelli. Dopo mesi di pressioni verso i nei 136 comuni del Consorzio A.T.O. 2 e sugli amministratori del Comune e della Provincia di Napoli, con una lettera ai segretari dei partiti politici della Regione Campania i Comitati Civici in Difesa dell'acqua esprimono la loro insoddisfazione e indicano come responsabili morali e politici di questa manovra di privatizzazione tutte le forze politiche. "Sulla base delle vostre posizioni e degli atti che formalizzerete entro il 30 marzo, come cittadini e come elettori, subordineremo le nostre decisioni ed indirizzi di voto, in occasione delle prossime elezioni ed amministrative" recita la lettera che chiede un rapido cambiamento di direzione. Tra le richieste c'è la riconvocazione dell'Assemblea dell'ATO 2 dando indicazioni chiare per la scelta della gestione in house sostenuta dalla maggioranza dei cittadini.
Altre fonti: Comitato italiano per il contratto mondiale dell'acqua