Acqua: a Napoli i partiti messi al muro

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A Napoli si è riunita l'assemblea dei 138 sindaci dei comuni dell'area Napoli-Volturno (Ato 2) per ridiscutere la delibera del 23 novembre sulla privatizzazione dell'acqua. La convocazione dell'assemblea era stata richiesta con una lettera pubblica della società civile agli amministratori partenopei. La protesta è stata portata martedì scorso in piazza dal Coordinamento ''Sete di acqua e di giustizia'' che ha manifestato in piazza del Municipio sotto la sede del Comune di Napoli per sollecitare l'amministrazione comunale ad adoperarsi per scongiurare l'attribuzione del servizio idrico integrato da parte dell'Ato 2 Napoli-Volturno fatta, secondo i cittadini che aderiscono al movimento ''nel senso della privatizzazione di un bene inalienabile e comune''. ''L'acqua non si vende'' c'era scritto su uno dei tanti striscioni esposti.

La richiesta del coordinamento è quella di una gestione del servizio idrico direttamente dall'ente pubblico 'in house', e per questo è stato elaborato un Manifesto per informare la cittadinanza. "L'ingresso del profitto privato nella gestione di un bene primario come l'acqua significa: aumento consistente delle Tariffe, abbassamento degli standard sanitari, perdita secca di posti di lavoro nel settore (almeno 1500 gli esuberi previsti per ATO2) e il rischio di infiltrazione degli interessi mafiosi come denunciato anche dal procuratore Vigna". Nei giorni scorsi è stata spedita una lettera a tutti i sindaci coinvolti firmata dal padre comboniano Alex Zanotelli.

All'assemblea era presente solo il trenta percento dei delegati comunali è questo non ha permesso di prendere una decisione mancando il numero legale minimo. Ma il risultato importante per il Coordinamento è di essere riuscito ad ottenere da parte del presidente dell'Ato2 l'impegno di riconvocare l'assemblea entro una settimana. "Una vittoria politica che è stata confermata da vari delegati del Comune di Napoli intervenuti nell'assemblea dell'Ato2" - dichiara Salvatore Carnevale nell'intervista rilasciata a Unimondo. "Abbiamo chiesto ai partiti del centrosinistra - in particolare a Verdi, Rifondazione e Ds che hanno fatto ricorso legale alla delibera che privatizza la gestione dell'acqua - di uscire dalla Grande Alleanza Democratica se non viene rivista la decisione entro il 7 febbraio, giorno di apertura delle buste per l'appalto del servizio idrico".

"Consideriamo che la decisione debba consultare i cittadini visto che non sono state informate e ora vogliono partecipare per bloccare la decisione" precisa nell'intervista Salvatore Carnevale che ha raccontato che durante l'Assemblea alcuni sindaci hanno detto che non sapevano di aver votato una delibera che privatizzava l'acqua. All'esterno dell'assemblea erano presenti decine di rapprensentanti del Coordinamento ''Sete di acqua e di giustizia'' a cui aderisce la bottega del commercio equo 'O Pappece, le Donne in Nero, sindacati, partiti, Rete di Lilliput e molte altre organizzazini. Tra queste anche l'area dei Disobbedienti di Francesco Caruso che ha partecipato al presidio dell'assemblea Ato2 rispettando il principio della non-violenza rispettando le limitazioni delle forze dell'ordine.

di Andrea Trentini

Fonti: Rete di Lilliput, Contratto Mondiale sull'acqua

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