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ASEM: 20 anni di dialogo tra Europa e Asia
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È vero che l’Asia è sempre più presente e “vicina”. Lo è ancora di più quando si sviluppano e acquistano forza le istituzioni volte a promuovere tanto il dialogo politico quanto la sicurezza e l’economia nonché l’istruzione e la cultura. Tra queste, il principale organo di raccordo è l’Asia-Europe Meeting (ASEM), che riunisce attorno allo stesso tavolo la Commissione Europea, i 28 membri dell’Unione Europea (UE), i dieci membri dell’Association of South-East Asian Nations (ASEAN) insieme al suo Segretariato Generale, la Cina, il Giappone e la Repubblica di Corea, gruppo originale a cui si sono uniti negli anni anche India, Mongolia, Pakistan, Australia, Russia, Nuova Zelanda, Svizzera, Norvegia, Bangladesh, Kazakistan. Nato nel 1996 come forum di dialogo e cooperazione, l’ASEM tiene un vertice biennale, alternativamente in Asia e in Europa, per fissare le priorità dell’organismo. La presenza dei principali Paesi e istituzioni politico-economiche dell’area rende di forte interesse le decisioni assunte nel consesso, sebbene non molto sconosciuto, giunto al suo ventesimo anno di vita.
Lo scorso 15 e 16 luglio, a Ulaanbaatar, capitale della Mongolia, si è tenuto l’11° summit dell’ASEM che ha dedicato l’incontro al tema “Partnership for the Future through Connectivity”, ossia partenariato per il futuro attraverso la connettività. Il precedente incontro si era tenuto in Italia, a Milano, nell’ottobre 2014 e si era concentrato sulla cooperazione finanziaria ed economica, sul commercio multilaterale e sulla promozione della crescita e dell’occupazione. Di interconnessione parla invece la recente Dichiarazione finale di Ulaanbaatar, che punta a sottolineare l’impegno dei diversi leader e organizzazioni (31 europei e 22 asiatici presenti) per rivitalizzare l’ASEM nella sua terza decade di esistenza e per promuovere ulteriormente la connettività, reciprocamente vantaggiosa, e la cooperazione tra Asia ed Europa. L’ASEM dovrebbe dunque non solo costituire un potente volano per lo sviluppo, il commercio e gli investimenti ma anche fungere da strumento per favorire gli scambi relazionali tra asiatici ed europei, facilitare la costruzioni di reti accademiche e scientifiche, “collegare i cuori e le menti delle persone”. Tutti i membri hanno convenuto che il dinamismo dell’ASEM dovrebbe trovare espressione in iniziative orientate a risultati tangibili che potrebbero essere utilizzati per definire risposte comuni da Asia ed Europa alle sfide globali e regionali e anche per cogliere opportunità di crescita e di sviluppo: ben 20 aree sono state individuate per la cooperazione concreta, tra le quali pace e stabilità, prosperità economica, sviluppo sostenibile, migliore qualità della vita, flussi interregionali commerciali e di investimenti, connettività digitale, di trasporti, stabilità internazionale, terrorismo, cambiamento climatico e migrazione.
È stato poi il presidente della Mongolia Tsakhiagiin Elbegdorj, a cui è stata affidata la presidenza del meeting, a portare l’attenzione sulle pressanti sfide attuali e sull’ideazione di efficaci azioni multilaterali. In considerazione degli attacchi terroristici avvenuti in diversi Paesi ASEM, e in particolare di quello di Nizza costato la vita a 84 persone e avvenuto in coincidenza con l’apertura del meeting, è stata ribadita una condanna inequivocabile al terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni commesso da chiunque, unita alla necessità di assicurare alla giustizia i responsabili degli attacchi, in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e gli altri obblighi derivanti dal diritto internazionale. L’impegno a unire le forze per combattere il terrorismo non può non accompagnarsi alla necessità di dare soluzione a tensioni che minano la pace e la sicurezza internazionali: per questa ragione le polemiche emerse nel summit, connesse alla decisione della Corte Permanente Arbitrale dell’Aja sulle contese acque del Mar Meridionale Cinese, hanno probabilmente irrigidito le tensioni tra le parti, in particolare sulla necessità effettiva di rispetto del diritto internazionale.
Il vertice si è chiuso con il rimarcare espressioni di cordoglio rivolte alla Francia e anche alla Turchia, colpita da violenza nel corso di un tentativo di colpo di Stato. Proprio in merito alla situazione turca, con cui è da tempo in atto un forte partenariato con le istituzioni dell’UE, il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, ha ribadito con fermezza il pieno sostegno dell’Unione Europea alle elezioni democratiche e al governo costituzionale di Ankara. Dusk ha dichiarato inoltre la rilevanza del forte messaggio di solidarietà di fronte al terrorismo e alla violenza espresso dalla comunità internazionale riunita in Mongolia. Tuttavia, proprio la tragica repressione del governo turco, che ha segnato i giorni successivi al tentato golpe della notte del 17 luglio, mette in luce la necessità di azioni ben più effettive per proteggere la pace e la sicurezza degli individui, prima ancora degli Stati. In attesa dell’ASEM12, che si terrà a Bruxelles nel 2018, è auspicabile che la “connettività” tra Asia ed Europea idei dunque strumenti e azioni ben più validi di quelli sinora in atto.
Miriam Rossi

Miriam Rossi (Viterbo, 1981). Dottoressa di ricerca in Storia delle Relazioni e delle Organizzazioni Internazionali, è esperta di diritti umani, ONU e politica internazionale. Dopo 10 anni nel mondo della ricerca e altrettanti nel settore della cooperazione internazionale (e aver imparato a fare formazione, progettazione e comunicazione), attualmente opera all'interno dell'Università degli studi di Trento per il più ampio trasferimento della conoscenza e del sapere scientifico.